Campoformido inizia a celebrare i 220 anni del trattato napoleonico

CAMPOFORMIDO. La comunità si prepara al 220esimo anniversario del trattato napoleonico, firmato il 17 ottobre 1797. Al centro delle manifestazioni la storica osteria Al Trattato, in piazza di fronte alla statua della Pace. Ci sarà un anticipo già quest’anno, svela il consigliere delegato alla cultura, Fabrizio Casasola: si sta formando un tavolo di lavoro per promuovere festa, sfilata in costume, conferenze.
Un assaggio di quel che sarà il prossimo anno l’anniversario del patto sottoscritto da Bonaparte, comandante dell’Armata d’Italia, e il conte von Cobenzl, rappresentante dell’Austria.
Trattato che sancì la sconfitta della Prima coalizione anti-francese e la conclusione vittoriosa della prima campagna d’Italia del condottiero francese. Custode delle memorie napoleoniche è la trattoria Al Trattato, grazie all’entusiasmo e alla passione di Francesca, consorte del titolare.
All’anagrafe è Françoise, rivelando così non a caso le sue origini francesi. «Nel ’97 – racconta – con mio marito, in attività a Lignano, si cercava un locale per fare ristorazione di qualità. Siamo capitati qui dove esisteva una vecchissima locanda: 12 tavoli, 40 sedie e 12 damigiane».
L’intitolazione al Trattato non si sa a quando risalga, ma l’edificio esisteva nel 1500, forse un capolinea postale, viste le ossa di cavallo rinvenute. Francesca ha cominciato a rovistare nella soffitta della locanda cercando documenti e a caratterizzare il locale con decorazioni in tema, mentre il marito Mario Rizzardi attrezzava la cucina e studiava tra le antiche ricette il rude menu delle truppe napoleoniche, ma anche dei salotti alla moda del tempo. Giallo, nero, oro e bianco dello “stile impero” dominano ora in sala e bar, per la “zuppa del soldato” fioccano le prenotazioni. L’antica osteria è ritrovo sfizioso. Vi arrivano, dice Francesca, appassionati di memorie, magari ripercorrendo gli itinerari napoleonici. Ospite di recente l’associazione “Le Souvenir Napoléonien” il cui animatore, Paolo Foramitti, non può mancare nello staff per la rievocazione, con gli storici locali. Per i 220 anni del trattato, sarà tregua nella guerra fra quanti lo vogliono firmato proprio a Campoformido e chi a villa Manin.
E non ci sarà istigazione alla secessione se, come ogni 17 ottobre, il colorito manipolo degli indipendentisti veneti, dopo aver sciorinato in piazza cartelli contro il traditore Napoleone che cedette la gloriosa Serenissima Repubblica, finiranno come sempre a brindare Al Trattato davanti alla succulenta zuppa dell’Armée. Per Francesca e Mario, ma anche per l’amministrazione Bertolini e per gli appassionati del settore è tempo di valorizzare la storia locale. «Campo Formio è la metropolitana di Parigi: ci conoscono in tutto il mondo, noi invece trascuriamo questi valori, importanti per la nostra identità e tradizione, ma anche per il futuro dei giovani», dice la ristoratrice-giornalista.
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