Candidature: Pedrotti si “raffredda”, spunta Alberto Sandrin

Pordenone, iI sindaco vicino al passo indietro, anche se per ora non conferma. Il commercialista taglia corto: «Io candidato? Finora nessuno me l’ha chiesto»
FOTO MISSINATO - ARLECHINO SOTTO LA LOGGIA
FOTO MISSINATO - ARLECHINO SOTTO LA LOGGIA

PORDENONE. Claudio Pedrotti, il sindaco di Pordenone, avrebbe deciso di non candidarsi più. Non come candidato sindaco almeno, mentre potrebbe rimanere come consigliere.

Il tormentone dell’estate – candidatura sì o candidatura no – rischia di complicarsi ulteriormente, anche se fino all’ultimo non bisogna dare per scontato nulla, soprattutto fino a quando Pedrotti non avrà ufficializzato la sua decisione.

Nel dubbio nel centrosinistra, con regia regionale – e non solo politica –, c’è chi sta lavorando alacremente a una candidatura alternativa, slegata anche questa ai partiti ma con radici profonde in città: quella del commercialista Alberto Sandrin.

Il valzer del sindaco. Pedrotti ha già sparigliato le carte una volta e potrebbe farlo di nuovo, ma le persone a lui più vicine dicono che da parte sua non ci sarebbero più le condizioni per proseguire nel ruolo di sindaco e a qualcuno l’avrebbe già comunicato.

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Perché quella coesione da lui più volte invocata oggi sembra un miraggio e perché la sua maggioranza stenta a riconoscere come buono il lavoro svolto dalla amministrazione che lui ha guidato.

Come è sua abitudine, il primo cittadino non si sbilancia, pungolato sulle dichiarazioni di Sergio Bolzonello al Messaggero Veneto – che rimandano al sindaco ogni scelta e fanno intravedere un immutato gelo tra i due – abbozza e rimanda ad altro momento ogni risposta.

Ma fa intendere che la decisione ormai è vicina, che manca solo un passaggio. Quello con la sua maggioranza? Sorride. Del resto anche in una riunione tenutasi tra i big del partito regionale, il 17 agosto, l’ipotesi del Pedrotti bis è stata decretata come strada troppo impervia da percorrere.

E questo non solo perché la maggioranza di governo è sfilacciata in città, perché eventuali alleati esterni si sono mostrati freddi. Anche dalle categorie e dai cosiddetti portatori di interesse sarebbero arrivate reazioni “tiepide” per il sindaco solitario.

L’alternativa. Intanto in casa centrosinistra da quest’estate c’è chi sta lavorando, con il placet del mondo economico, alla possibile candidatura del commercialista Alberto Sandrin, attuale consigliere di amministrazione di Friulia, presidente del collegio sindacale di Hydrogea Spa e di varie aziende della provincia (Emainox Spa, Kristalia Srl, Coop Casarsa Scarl) e rappresentante in altri collegi, già vice presidente e membro del comitato esecutivo della Federazione delle Banche di Credito cooperativo.

Sandrin, 49 anni, professionista conosciuto e molto apprezzato, espressione di una famiglia che incarna la pordenonesità (è figlio di Mario, il patron della Gymnasium) è uomo schivo e dal pensiero libero.

Vicino alla politica per ragioni professionali e per un’amicizia personale con Sergio Bolzonello – nata ben prima della candidatura dell’ex sindaco –, non si è mai messo a lavorare in prima persona e, a giudicare dalla reazione alla nostra domanda, non sembra interessato a farlo nemmeno ora.

La reazione. «Quello che posso dire ora – dice Sandrin raggiunto telefonicamente –, è che a me nessuno ha chiesto o detto nulla e non ho notizia che qualcuno abbia dei progetti per me. Il mio impegno pubblico è legato alle società in cui opero per ragioni professionali e spero di essere apprezzato per quello che faccio, nulla di più. Tra l’altro mi pare che la situazione sia alquanto ingarbugliata».

Ingarbugliata perché comunque nessuno potrà mettere in piedi ipotesi davvero alternative fino a quando Claudio Pedrotti non scioglierà le sue riserve. E il sindaco ha già dato prova più di una volta di divertirsi a cambiare i piani.

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