Canti, lacrime e preghiere per l’ultimo saluto a Živa FOTO
SAN FLORIANO. L’ultimo saluto a Živa Srebrnic, la ragazzina la cui tragica morte ha sucitato dolore e sgomento in tutto l'Isontino e nella comunità di San Floriano, è stato accompagnato ieri mattina da centinaia di persone, che hanno voluto testimoniare con la loro presenza il grande affetto per la diciassettenne di Lucinico e la loro vicinanza alla famiglia.
Una famiglia – papà Martin, mamma Manuela, ed i fratelli Aljaž, Veronika e Mojca – che ieri si è stretta con coraggio e dignità in un fortissimo abbraccio, prima, durante e dopo la cerimonia officiata nella chiesa di San Floriano da don Carlo Bolcina, con il vescovo di Gorizia Carlo Maria Redaelli ed il vescovo emerito Dino De Antoni, che, in sloveno, ha aperto la messa chiedendosi come è possibile che a volte sia così difficile capire il dolore che una persona si porta dentro.
Un’autentica folla, che ha gremito la parrocchiale in tutti i suoi posti, e si è raccolta in silenzio – rotto solo dai singhiozzi di chi non ha retto alla commozione – sul sagrato e sulla spianata della piazza battuta da un sole estivo. Che, nella vivacità dei suoi colori, faceva a pugni con la cappa di dolore che si è impadronita di San Floriano.
Ad attendere l’arrivo del feretro, poco prima delle undici, sono arrivate anche molte autorità. Dal sindaco di San Floriano Padovan, a quello di Gorizia Romoli, accompagnato dall’assessore Silvana Romano. C’era il vicepresidente della Provincia Mara Cernic, ed alcuni dei presidenti degli ex consigli di quartiere, da Bandelj di Piedimonte a Stabon, di Lucinico, dove la famiglia Srebrnic risiede. Poi, a centinaia, amici, conoscenti, scout (tantissimi) e semplici concittadini. Tutti ad ascoltare, anche grazie agli altoparlanti posizionati nella piazza, le preghiere ed i canti per Živa.
L’arcivescovo Redaelli, nella sua omelia, si è chiesto, invece, se davvero Dio si è dimenticato dei suoi fedeli e di Živa, nel momento più difficile. «La risposta è no – ha detto -, anche se le lacrime ci fanno più male perchè non riusciamo a cogliere il senso di quanto è successo, e ciò che è passato nel cuore di Živa. Ha deciso di andare avanti prima del tempo, correndo ad abbracciare quel Signore in cui credeva». Poi un saluto alla giovane nella sua lingua madre, lo sloveno. La salma è stata tumulata nel locale cimitero. (m.b.)
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