Cantiere all’ex Ipsia: chiusa la battaglia legale su espropri e aree verdi
san daniele
Mentre in via Monte Festa, a San Daniele, si procedeva con la demolizione dell’ex Ipsia, iniziata lo scorso 1° marzo per realizzare al suo posto la nuova biblioteca e l’archivio comunali, a Trieste, dieci giorni dopo, si decidevano le sorti della deliberazione del Consiglio comunale che una famiglia aveva chiesto al Tribunale amministrativo regionale di Trieste di annullare, nel passaggio in cui appone sui terreni di sua proprietà un vincolo preordinato all’esproprio.
La decisione è stata depositata l’altro giorno e, pur rigettando il ricorso principale, accoglie i motivi aggiunti che l’avvocato Francesco Ciliberti, che rappresenta i ricorrenti, aveva presentato, dichiarando nullo il provvedimento nella sola parte in cui dichiara la pubblica utilità delle opere previste sui due mappali in parola. Cioè su aree di proprietà della famiglia e che il progetto ha adibito ad aree verdi. Ad avviso dei ricorrenti, il vincolo sarebbe giustificato semmai dalla volontà di garantire il collegamento alla pubblica via dei terreni retrostanti.
«L’utilità di aree verdi in relazione alla tipologia di opere cui l’esproprio è finalizzato, strumentali ad attività da svolgersi tipicamente in uno spazio chiuso, pur non potendosi aprioristicamente disconoscere, non appare di immediata evidenza – si legge nella sentenza –. Tale profilo avrebbe dunque richiesto un qualche sforzo motivazionale, considerato il sacrificio della proprietà privata che viene a determinarsi».
Quanto al resto del ricorso, del quale anche il Comune di San Daniele, costituitosi con l’avvocato Luca De Pauli, aveva rilevato l’infondatezza, il Tar ha parlato di formulazione generica, ha ritenuto che il vincolo preordinato all’esproprio sia intervenuto su aree prive di vincoli, e ha escluso che vi siano state disparità di trattamento tra un proprietario e l’altro. —
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