Cantiere nella villa veneta: «Non faremo un ristorante»

PASIANO. Villa Querini con bed and breakfast. La dimora patrizia dei Cavazza e poi dei Querini cambia destinazione d’uso nell’ala ovest a Visinale: cantiere aperto sino al 2016. «Prima il riatto di quella che sarà la casa dei proprietari e committenti – il direttore dei lavori e progettista Michele Marangoni ha escluso la possibilità che vi possano trovare posto ristoranti e pizzerie –. Poi la destinazione d’uso strettamente residenziale potrebbe essere quella del B&B. Un ristorante? E’ l’ultimo pensiero dei proprietari al momento attuale». Il restauro conservativo riguarda l’ala ovest del Settecento, tre piani che si affacciano su via Visinale e sul giardino all’italiana. Il risanamento dei muri e dell’impiantistica («Non invasivo», sottolinea il progettista) è in corso d’opera.
La villa. «La Querini è una delle quattro ville venete nel nostro comune – il sindaco Edi Piccinin ha la sede amministrativa a villa Saccomani –. Gioielli storico-artistici che ci auguriamo possano avere maggiori cure conservative, magari con un’iniezione di risorse europee». Con villa Gozzi, villa Luppis (trasformata in ristorante) era il “buen retiro” della nobiltà veneziana, quando l’estate in laguna portava alla villeggiatura in campagna gli aristocratici della Serenissima. Villa Querini, a Visinale, è una delle più antiche del Friuli occidentale: fu ultimata nel 1542, per volere dell’importante famiglia veneziana Cavazza.
La storia. La costruzione del corpo centrale va attribuita a una famiglia veneziana, quella dei Cavazza. Originaria della provincia di Bergamo, questa casata non godeva dell’iscrizione al Maggior Consiglio di Venezia. Durante il Cinquecento i suoi componenti più attivi si distinsero nel ricoprire cariche di alta cancelleria e importanti mandati diplomatici. In parallelo agli affari dello Stato, i Cavazza, arricchitisi con gli interessi prodotti nel commercio e nel mercato immobiliare, coltivavano il piacere dell’arte.
Lo splendore. Alla metà del diciassettesimo secolo la proprietà passò ai Querini, nobili veneziani (alcuni eredi del ramo di Santa Giustina abitano ancora oggi porzioni della villa) che apportarono modifiche strutturali, la più imponente delle quali è la scala a rampe sovrapposte per accedere al piano nobile. Si trova nell’ala est. La costruzione è suddivisa in tre parti e ha quattro proprietari (la parte del piano nobile centrale, disabitata, ha aperture laterali trabeate e centrale ad arco). All’esterno dell’edificio troviamo un oratorio del diciottesimo secolo, dedicato a San Pietro in Vincoli, una meridiana e il muro di cinta ornato da statue settecentesche.
I calcinacci. Sono caduti alcuni calcinacci nella chiesetta dedicata ai Santi Francesco e Paolo: è la parte separata dal corpo della villa, con l’accesso in via Visinale. A Natale don Luigi Nonis della parrocchia di Azzanello vi celebra la messa della vigilia per una ristretta cerchia di fedeli. La preoccupazione, a Visinale, è espressa da alcuni residenti: temono che le vibrazioni dei lavori in corso possano avere effetti sul patrimonio storico-artistico del complesso. La cappella, che avrebbe bisogno di un capillare riatto, ha muri di confine con l’ex proprietà D’Agostino: sono stati gli eredi a mettere all’asta l’ala ovest. Il suo riatto ha ottenuto un mutuo e un contributo dall’Istituto regionale ville venete.
I tesori. Tele e affreschi della scuola del Tiepolo, memorie del Settecento e uno stile veneziano che fa pensare agli affacci sul Canal Grande: sono i tesori nelle magioni di Visinale. Dai muri trasuda il fascino di un passato di fasti e feste in villa di ricchi veneziani. Il problema di queste dimore patrizie è sempre quello dei costi: tante ville sul Brenta trasformate in “country house” fanno impazzire turisti stranieri. E’ il destino di villa Querini?
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