Capitale della Cultura 2027, Pordenone raggiunge il primo obiettivo: è tra le finaliste
La città è tra le dieci su cui la giuria deciderà il prossimo 28 marzo. Il sindaco Parigi: «Una grande gioia, ora bisogna crederci»
A un passo dal sogno. Pordenone è tra le dieci città finalista del bando nazionale di Capitale italiana della cultura 2027. La notizia è arrivata nella serata di venerdì 17 gennaio, pubblicata sul sito ufficiale del Ministero.
«È una grande gioia, ma adesso più che mai il mio appello a tutti è di crederci, di farci sentire, di comunicare questa “Città che sorprende”» è la prima reazione del sindaco reggente, Alberto Parigi. Davanti ci sono poco meno di due mesi per sapere chi salirà sul podio. In ogni caso l’amministrazione una cosa l’ha già detta in tutte le sedi, per voce di Parigi e dell’ex sindaco Alessandro Ciriani: «Il progetto di Pordenone capitale lo svilupperemo in ogni caso».
La sfida non sarà facile perché le altre città finaliste (su 17 candidature) e i relativi dossier sono temibili: Alberobello (provincia di Bari) “Pietramadre”; Aliano (provincia di Matera) “Terra dell’altrove”; Brindisi “Navigare il futuro”; Gallipoli “La bella tra terra e mare”; La Spezia “Una cultura come il mare”; Pompei (provincia di Napoli) “Pompei Continuum”; Reggio Calabria “Cuore del Mediterraneo”; Sant’Andrea di Conza (provincia di Avellino) “Incontro tempo”; Savona “Nuove rotte per la cultura”. Pordenone, “città che sorprende”, è l’unica a rappresentare il Nord est, territorio che nel recente passato non è mai riuscito ad aggiudicarsi il titolo.
«Le finaliste verranno convocate per le audizioni pubbliche il 25 e 26 febbraio – si legge nel comunicato del Ministero –. Sarà l’occasione per ogni candidata di illustrare nel dettaglio il proprio progetto agli esperti che dovranno valutarli. Per ciascun dossier le audizioni avranno una durata di massimo 60 minuti, di cui 30 per la presentazione del progetto e 30 per una sessione di domande effettuate dalla Giuria. La proclamazione della Capitale italiana della cultura si terrà entro il 28 marzo 2025. Alla città vincitrice verrà assegnato un contributo finanziario di un milione di euro per realizzare le iniziative e gli obiettivi delineati nel progetto di candidatura».
Oltre all’orgoglio di Parigi, che si è speso molto per portare avanti questa sfida per la città, sono arrivate subito le congratulazioni di Alessandro Basso, candidato sindaco del centrodestra e ufficiale di collegamento con la Regione, in questi anni, per trovare le risorse necessarie al progetto: «Pordenone, selezionata tra le finaliste per la Capitale della cultura Italiana 2027, rappresenta un’opportunità straordinaria per valorizzare non solo la città, ma l’intero territorio del Friuli Venezia Giulia – ha detto –. La Regione ha già mostrato un forte impegno, riconoscendo le potenzialità di Pordenone come centro di sviluppo culturale e sociale. Questo progetto ambizioso è anche un’occasione per stimolare investimenti e contributi che guardano al futuro, promuovendo crescita e innovazione. Con un forte sostegno a livello locale e regionale, Pordenone è pronta a portare avanti questa sfida, rafforzando la propria identità e il legame con la comunità».
Non è mancata la felicità di Marco Salvador (La Civica), che con emozione ha commentato: «Fu una nostra proposta nel 2016, quando la nostra lista si chiamava Pordenone 1291. Ci presero per pazzi, i nostri avversari e anche alcuni nostri alleati. Invece l’allora sindaco Ciriani, l’allora vicepresidente della Regione Bolzonello e l’allora assessore Tropeano ci credettero, a dimostrazione del fatto che, quando si deve fare squadra per la città, non ci dovrebbero essere divisioni politiche».Mauro Capozzella (M5s) ha fatto sapere: «La notizia di Pordenone fra le 10 città finaliste per città capitale della cultura ci rallegra e questa è una importante occasione per collaborare tutti insieme per la città e la sua potenzialità di opportunità per arrivare in finale».
La possibilità di vincere ora c’è: un vero e proprio esame di maturità, difficile ma entusiasmante, per tutta la comunità pordenonese, orfana della Provincia, ma non del proprio senso di appartenere a un territorio e a un sistema di valori che non temono confronti. —
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