Carabiniere si uccide ricostruita la dinamica

UDINE. Tragico gesto ieri mattina al comando provinciale carabinieri di Udine. Il luogotenente Bruno Luraghi, 57 anni, si è tolto la vita rivolgendo verso di sè la pistola d’ordinanza ed esplodendo un colpo mentre si trovava nel suo ufficio, all’interno della caserma di viale Trieste. Il sottufficiale, originario di Milano e residente a Udine in via Zara a pochi passi dalla caserma, era responsabile del Nucleo informativo.
Stando alle prime ricostruzioni, Luraghi è entrato in caserma ieri intorno alle 8 ed è andato nel suo ufficio dove si è sparato. Nessuno dei commilitoni ha sentito il rumore del colpo. Il corpo senza vita del luogotenente Luraghi è stato trovato intorno alle 11, quando alcuni colleghi, che non lo avevano visto a una riunione, sono andati a cercarlo appunto nel suo ufficio.
Il luogotenente Bruno Luraghi, che i colleghi definiscono «una brava persona come ce ne sono poche, intelligente e capace», avrebbe lasciato alcuni scritti. Fogli in cui, da quanto si è potuto apprendere, ha voluto scusarsi per il gesto. Un gesto che ha profondamente turbato i suoi colleghi e l’intera comunità. Dell’accaduto è stata immediatamente informata la Procura della Repubblica. Il procuratore aggiunto Raffaele Tito e il magistrato di turno Lucia Terzariol hanno deciso di effettuare personalmente un sopralluogo all’interno della caserma di viale Trieste insieme al medico legale Carlo Moreschi dell'Istituto universitario di anatomia patologica di Udine.
Il sopralluogo dei magistrati e gli accertamenti condotti successivamente, come precisa l’Arma in una nota, hanno consentito di escludere responsabilità di terze persone per quanto riguarda le cause del decesso. Il corpo è stato trasferito nella cella mortuaria dell’ospedale ed è stato esaminato esternamente dallo stesso dottor Moreschi.
Il luogotenente Luraghi, arruolatosi carabiniere nel 1982, ha svolto quasi interamente la sua brillante carriera in Friuli Venezia Giulia, ricoprendo importanti e delicati incarichi di servizio a Gradisca d'Isonzo, Pordenone, Latisana e infine dal 2003 a Udine, al Nucleo Informativo, prima quale addetto, poi dal 2009 quale comandante.
«Sottufficiale estremamente scrupoloso ed altamente preparato», come sottolineano i suoi colleghi, ha partecipato anche nel 1992 e nel 2002 a missioni all'estero, in Cambogia ed in Cisgiordania. «Particolarmente stimato dai superiori e molto rispettato dai suoi collaboratori» il luogotenente Bruno Luraghi lascia la madre anziana, con la quale viveva e due sorelle che abitano in Veneto.
Su questo dramma don Giovanni del Missier, teologo e direttore dell'Istituto di scienze religiose di Udine, ha detto: «Il suicidio è un fallimento personale, di chi di fronte a sé non vede più prospettive. Ma è anche un fallimento sociale e culturale». Da qui l’invito a «impegnarci come singoli, come società nel rendere più forti i legami con chi vive in difficoltà».
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