Carlantoni: «Ora anche l’Italia blocchi i nostri confini»

UDINE. «Dalle note ufficiali da parte del governo austriaco si evince che l’Austria se non intende sospendere Schengen, sicuramente arriverà ad un forte rafforzamento dei controlli confinari».
Questo il primo commento del sindaco di Tarvisio, Renato Carlantoni. Secondo cui prende quindi forma l’ipotesi lanciatagli dal suo collega di Arnoldstein la settimana scorsa, «che già aveva lasciato presagire tale intento».
«Resto convinto - dichiara ancora Carlantoni - che i flussi migratori vadano monitorati anche da parte nostra con più controlli ai confini e se necessario sospendendo Schengen».
Diversamente, per il primo cittadino di Tarvisio «rischieremo di essere l’unico Paese in cui l’accesso sarà incontrollato e diventerà sempre più difficile effettuare i i respingimenti. Credo che la situazione dell’anno scorso, che ha visto questo confine luogo di passaggio di migliaia di profughi, non possa ripetersi perché arriveremo a una situazione insostenibile, sia logisticamente che finanziariamente».
Carlantoni fa presente che il Comune da lui presieduto «soltanto l’anno scorso ha speso più di un milione di euro per il mantenimento dei minori presso i centri convenzionati. Credo sia concettualmente sbagliato pensare di aprire altre caserme o siti abbandonati per accogliere ulteriori persone, perché oltre alla questione dei costi subentrerà quella legata alla tenuta sociale del territorio».
Per Carlantoni il rischio è che l’immigrazione non controllata possa creare «una tensione sociale proprio a causa di un numero troppo elevato di presenze di immigrati rispetto alle popolazioni residenti. Credo che l’Italia dovrà adeguarsi a ciò che stanno facendo gli altri Paesi europei, quindi controllare più rigidamente i confini, applicare le regole, dare asilo solo a chi ne ha diritto».
In breve, Carlantoni ritiene che «oggettivamente sia necessario fare una scelta perché un Paese che apre anche il dibattito sulle pensioni di reversibilità delle nostre vedove, significa che ha raschiato il fondo del barile. Unire povertà ad altra povertà porta solo a ulteriore disagio e risponde solo ipocritamente alla cristiana volontà di accoglienza, che vede ancora oggi queste persone dormire all’aperto, senza assistenza e senza regole». (d.pe.)
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