Casa d’appuntamenti nel centro di Sacile
SACILE. Nuovi guai giudiziari per l’ex ciclista sacilese Davide Lucato, 32 anni. Per favoreggiamento della prostituzione ieri è stato condannato a due anni di reclusione, con la revoca della sospensione condizionale della pena. Il difensore preannuncia: faremo appello.
Davide Lucato era imputato di sfruttamento della prostituzione in concorso con la brasiliana Renata Camargo Fonseca, 29 anni, ora residente in Lombardia. A suo tempo vivevano insieme e, secondo la ricostruzione degli investigatori, avrebbero ospitato un’amica di lei, brasiliana, nel loro appartamento di piazza del Popolo, a Sacile.
Ad avviare accertamenti furono i carabinieri, sulla base di un messaggio particolare che era stato pubblicato in un giornale a diffusione gratuita. Promuoveva l’attività della brasiliana in un appartamento. Quando bussarono alla porta i militari trovarono la donna e, poco dopo, arrivò anche la coppia.
Secondo il capo di imputazione, i due avrebbero favorito la prostituzione della brasiliana, non in regola con il permesso di soggiorno. La avrebbero ospitata nell’appartamento, dato in locazione a Lucato, consentendole di esercitare la prostituzione. I fatti avvennero il 10 novembre 2008.
Il pubblico ministero Patrizia Cao aveva chiesto la condanna di Lucato a un anno e quattro mesi di reclusione e tremila euro di multa e l’assoluzione di Camargo Fonseca in quanto non era stata raggiunta la prova della sua colpevolezza.
Il difensore degli imputati, l’avvocato Marco Covre, aveva chiesto l’assoluzione dei suoi assistiti in quanto avevano sì ospitato la donna, che era amica della Camargo Fonseca, ma non traevano beneficio dalla sua “attività”.
Il giudice monocratico del tribunale di Pordenone Monica Biasutti ha assolto la donna per non avere commesso il fatto, mentre ha condannato Davide Lucato a due anni di reclusione e duemila euro di multa. Il giudice ha anche revocato una precedente sospensione condizionale della pena disposta dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano nel settembre 2009.
Davide Lucato era finito nei guai nella primavera di quell’anno, nell’ambito di una operazione antidoping condotta dai carabinieri del Nas e dalla guardia di finanza. Secondo l’accusa all’epoca avrebbe fornito sostanze dopanti a un altro ciclista di Fontanafredda.
Rispetto al quadro indiziario iniziale, tuttavia, dal processo emersero accuse ridimensionate: niente commercio di sostanze dopanti, bensì l’uso, in quantità limitate e ricondotte all’attività sportiva di un cicloamatore. Il difensore ha annunciato appello.
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