Casa Tristi-Falzari da dieci anni nel limbo

Acquistata a Mariano da un’immobiliare per ricavare alloggi ma tutto è fermo. La struttura disabitata
MARIANO. Nel novembre 2007 l’amministrazione comunale di Mariano del Friuli vendeva lo storico comparto edilizio Tristi-Falzari di via Dante Alighieri, non avendo i soldi per poterlo ristrutturare da sé e ottenendo 124 mila euro da parte di una società immobiliare di Cervignano del Friuli che acquistava così tutta la struttura.


Era un periodo per Mariano di forte boom edilizio e di forte crescita del mercato immobiliare testimoniato dalla realizzazione in paese di diverse nuove aree residenziali (comparto delle vie Verdi –Colombo, primo lotto di via Ungaretti, via Cavour e via Gorizia nella frazione di Corona) e si pensava che anche Casa Tristi-Falzari si sarebbe sviluppata in questa direzione con la costruzione di altri alloggi e l’arrivo a Mariano di nuovi residenti.


A dieci anni esatti dall’alienazione comunale dell’edificio tutto è rimasto come era: Tristi-Falzari è ancora oggi l’immobile disabitato, fatiscente e inagibile che era nel 2007. Gli anni di crisi economica seguiti al boom edilizio con una forte recessione del mercato immobiliare hanno di fatto bloccato i nuovi progetti di sviluppo residenziale a Mariano.


Ne sono un esempio lampante gli appartamenti mai realizzati di Palazzo Dionoro e quelli del secondo lotto di via Ungaretti. Di conseguenza anche il comparto Tristi-Falzari non è rimasto esente e il progetto di realizzazione di nuovi alloggi non si è di fatto mai avviato. Su quest’ultimo edificio la proprietà, che è rimasta la stessa di allora, deve anche sottostare ad alcune normative nel recupero dell’immobile, perché su Casa Tristi-Falzari vige un vincolo della Sovrintendenza ai beni architettonici. L’edificio risalente al 1811 è formato da due antiche abitazioni che comprendono uno spazio abitabile di 2500 metri cubi con un’ampia corte interna.


La bellezza che contraddistingue l’edificio è richiamata dallo stile architettonico della facciata. Si notano anche la caratteristica terrazza con balustra in ferro e il bel portale che evidenzia il passaggio tra la corte interna e la strada. Elementi che racchiudono e riassumono l’edilizia rurale e la storia del paese. Tutto questo comporta che sull’immobile da sempre sia vietato qualsiasi ampliamento e ci sia l’obbligo di mantenere la stessa quadratura. Il contesto dell’intervento restaurativo dell’edificio di Via Dante, se e quando ci sarà, prevede quindi solo un rinnovamento destinato a dare maggiore valore e pregio paesaggistico.


Intanto, però, tutto è rimasto tristemente fermo e si teme che questo immobilismo possa in futuro mettere a repentaglio le condizioni di stabilità e di sicurezza dell’immobile.


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