Case, crollano le vendite: prezzi ancora in picchiata

A Udine nemmeno il calo delle quotazioni aiuta gli acquisti. Va meglio sul fronte affitti. Tra i fattori negativi ci sono anche la difficoltà per poter accedere al credito

UDINE. Neanche i prezzi più bassi riescono a smuovere il mercato immobiliare in provincia di Udine. I dati ufficiali del 2012 parlano infatti chiaro. Nel corso dell’ultimo anno il settore ha avuto un ulteriore crollo pari al 30 per cento. E il 2013 in qualche modo si annuncia ancora peggiore, con i primi tre mesi in cui ogni agenzia friulana ha registrato una media di due contratti di compravendita al mese, sempre comunque per immobili al di sotto dei 100 mila euro.

Una situazione che rimanda a un unico aspetto positivo: l’incremento del mercato degli affitti. La necessità di una casa infatti resta. E di fronte all’impossibilità di arrivare ad acquistare anche il più semplice degli appartamenti, non resta che l’opzione affitto.

Ma ecco quali sono le cifre ufficiali, ricavate dai dati dell’Agenzia del Territorio. Nel 2011 le compravendite immobiliari a uso residenziale in tutta la provincia sono state 5.569, mentre a Udine città 1.369, per un totale di compravendite immobiliari in tutta la provincia pari a 6.938.

Nel 2012 le compravendite immobiliari ad uso residenziale sono state, in Provincia di Udine, 3.738, in comune di Udine 961, per un totale di 4.699. La differenza di compravendite tra il 2012 e il 2011 è quindi di meno 2.239 contratti, con una diminuzione in percentuale di compravendite dei circa il 32,40 per cento in meno.

«Lavoriamo ormai con cifre davvero ridicole e la situazione è davvero pesante - commenta Lino Domini, presidente della Fimaa, l’associazione dei mediatori immobiliari collegati alla Confcommercio -. Ormai ci troviamo ad applicare prezzi addirittura inferiori a quelli delle stime delle aste. E poi siamo sempre di più bloccati su beni che non hanno un valore superiore ai 100mila euro. Anzi spesso e volentieri si tratta soltanto la compravendita di immobili che hanno un valore tra gli 80 e i 90 mila euro».

Per non parlare poi del problema dei mutui e dei prestiti prima casa concessi, o meglio dire non concessi, dai vari istituti bancari. «Cerchiamo di seguire il cliente anche su questo fronte. Le situazioni che ci vengono raccontate però sono sempre più paradossali, con richieste di documentazione quasi insopportabile, ipotesi di ipoteche, richieste di garanzie anche dai parenti più prossimi. E questo anche in caso di occupazione sicura magari di entrambi i coniugi».

Ma gli affari comunque languono, anche perchè molti proprietari preferiscono non “svendere” i propri immobili, se non per necessità, in attesa di tempi migliori che, attualmente, però, non si intravedono.

La cifra di un calo del 30 per cento abbondante non riguarda soltanto la diminuzione del mercato. Ma riguarda anche il calo delle quotazioni. E nell’anno in corso non si presenta certo meglio.

Quotazioni in calo anche per gli affitti mentre, come si diceva, aumenta invece in numero dei contratti per locazioni.

E sul fronte delle quotazioni il mercato delle locazioni, invece, segna una flessione soprattutto nei valori massimi in centro storico (da 10 a 9,5 euro al metro quadro ogni 30 giorni) e nella zona nord (da 5,5 a 5 euro al metro quadro ogni mese). La riduzione, quindi, si avvicina al 10 per cento.

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