Caserme, palazzi e uffici: patto per valorizzare il patrimonio pubblico di Udine
Comune, Regione e Demanio firmano il piano di riqualificazione degli immobili. L’accordo prevede 18 interventi su strutture presenti nel territorio municipale
![L’ex sede di rappresentanza udinese della Regione in via San Francesco, a destra l'ex caserma Cavarzerani in via Cividale](https://images.messaggeroveneto.it/view/acePublic/alias/contentid/1h840yru9gqgb7fkf58/0/image.webp?f=16%3A9&w=840)
Comune, Regione e Agenzia del Demanio hanno sottoscritto a palazzo D’Aronco il “Piano città degli immobili pubblici di Udine” che concretizza quanto contenuto nella delibera di giunta di Massimiliano Fedriga approvata a fine novembre e certifica l’alleanza tra istituzioni per valorizzare ex caserme, palazzi e uffici del centro.
La sottoscrizione dell’accordo è avvenuta per mano del direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme, del sindaco, Alberto Felice De Toni, e dell’assessore regionale competente in materia, Sebastiano Callari.
![L’assessore Sebastiano Callari, il sindaco Alberto Felice De Toni e il direttore del Demanio, Alessandra dal Verme (foto Petrussi)](https://images.messaggeroveneto.it/view/acePublic/alias/contentid/1h8411yd6kwtxphw8x0/0/image.webp)
Obiettivi e proprietà
L’accordo ha come obiettivo quello della valorizzazione del patrimonio pubblico cercando di trovare la migliore destinazione d’uso a seconda dell’ente maggiormente interessato all’immobile stesso. In base al tavolo tecnico allestito tra Comune, Regione e Demanio, nel dettaglio, si deciderà a chi delle tre istituzioni assegnare una specifica struttura con, in caso di necessità, anche la parallela cessione della proprietà e la predisposizione del relativo piano di investimenti.
![L’ex caserma Reginato in via Pracchiuso ©Foto Petrussi](https://images.messaggeroveneto.it/view/acePublic/alias/contentid/1h84152tnc0eucvqdv5/0/image.webp)
L’elenco dei beni interessati è pari a 18 unità. Tra quelli statali troviamo l’ex caserma Savorgnan di via Aquileia, una parte del palazzo ex Colombatti-Belgrado in via della Prefettura, l’ex caserma Cavarzerani di via Cividale, l’ex Magazzino viveri e casermaggio di via Buttrio e l’ex caserma Reginato con l’alloggio del prefetto in via Pracchiuso.
![](https://images.messaggeroveneto.it/view/acePublic/alias/contentid/1h845genjtb8ixbxy64/0/image.webp)
Nell’elenco di proprietà comunali, invece, sono compresi il palazzo Veneziano di piazza XX settembre, l’ex Frigo e magazzino del grano, l’ex palazzo del Governo di via della Prefettura, un immobile di viale XXIII marzo attualmente in uso ai nuclei dei carabinieri, l’ex Stringher e l’ex caserma Duodo, nonchè, per quota parte, l’ex Osoppo.
![L’archivio di Stato di Udine ©Foto Petrussi](https://images.messaggeroveneto.it/view/acePublic/alias/contentid/1h84152nmjf9w4mb4z5/0/image.webp)
La Regione, invece, controlla il palazzo della Ragioneria generale in Borgo stazione, la porzione residua del palazzo ex Colombatti-Belgrado, il complesso di palazzo ex Colloredo alle spalle di parco Ricasoli, l’ex Casa dello studente di viale Ungheria, l’archivio di Stato in centro studi, l’ex sede di via San Francesco e un palazzo in via Liruti.
I commenti
Soddisfazione comune, mercoledì 12 febbraio, alla firma del piano. «Il patrimonio immobiliare pubblico – ha detto dal Verme – può rappresentare uno strumento per sviluppare una rinnovata vitalità economica, sociale e culturale del centro storico dando rilevanza al suo valore identitario e alla sua bellezza. Gli interventi previsti renderanno Udine più inclusiva per cittadini e attrattiva per i visitatori».
Sulla stessa linea d’onda, anche De Toni per il quale «creare un rapporto di collaborazione in piena sinergia, facendo convergere le esigenze di tutti per il bene della collettività è il nostro obiettivo».
Pollice alto, infine, da parte di Callari. «Collaborazioni come queste – ha spiegato l’assessore regionale – sono fondamentali per lo sviluppo del territorio e devono muoversi al di là delle contrapposizioni politiche. Il percorso avviato per Udine, rappresenta un modello virtuoso che vogliamo applicare anche ad altre città del Friuli Venezia Giulia, a partire da Gorizia, che oggi vive una importante stagione di rilancio e di rinascita, con Go!2025».
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