Caserme, palazzi e uffici: patto per valorizzare il patrimonio pubblico di Udine

Comune, Regione e Demanio firmano il piano di riqualificazione degli immobili. L’accordo prevede 18 interventi su strutture presenti nel territorio municipale

Mattia Pertoldi
L’ex sede di rappresentanza udinese della Regione in via San Francesco, a destra l'ex caserma Cavarzerani in via Cividale
L’ex sede di rappresentanza udinese della Regione in via San Francesco, a destra l'ex caserma Cavarzerani in via Cividale

Comune, Regione e Agenzia del Demanio hanno sottoscritto a palazzo D’Aronco il “Piano città degli immobili pubblici di Udine” che concretizza quanto contenuto nella delibera di giunta di Massimiliano Fedriga approvata a fine novembre e certifica l’alleanza tra istituzioni per valorizzare ex caserme, palazzi e uffici del centro.

La sottoscrizione dell’accordo è avvenuta per mano del direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme, del sindaco, Alberto Felice De Toni, e dell’assessore regionale competente in materia, Sebastiano Callari.

 

L’assessore Sebastiano Callari, il sindaco Alberto Felice De Toni e il direttore del Demanio, Alessandra dal Verme (foto Petrussi)
L’assessore Sebastiano Callari, il sindaco Alberto Felice De Toni e il direttore del Demanio, Alessandra dal Verme (foto Petrussi)

Obiettivi e proprietà

L’accordo ha come obiettivo quello della valorizzazione del patrimonio pubblico cercando di trovare la migliore destinazione d’uso a seconda dell’ente maggiormente interessato all’immobile stesso. In base al tavolo tecnico allestito tra Comune, Regione e Demanio, nel dettaglio, si deciderà a chi delle tre istituzioni assegnare una specifica struttura con, in caso di necessità, anche la parallela cessione della proprietà e la predisposizione del relativo piano di investimenti.

L’ex caserma Reginato in via Pracchiuso ©Foto Petrussi
L’ex caserma Reginato in via Pracchiuso ©Foto Petrussi

L’elenco dei beni interessati è pari a 18 unità. Tra quelli statali troviamo l’ex caserma Savorgnan di via Aquileia, una parte del palazzo ex Colombatti-Belgrado in via della Prefettura, l’ex caserma Cavarzerani di via Cividale, l’ex Magazzino viveri e casermaggio di via Buttrio e l’ex caserma Reginato con l’alloggio del prefetto in via Pracchiuso.

Nell’elenco di proprietà comunali, invece, sono compresi il palazzo Veneziano di piazza XX settembre, l’ex Frigo e magazzino del grano, l’ex palazzo del Governo di via della Prefettura, un immobile di viale XXIII marzo attualmente in uso ai nuclei dei carabinieri, l’ex Stringher e l’ex caserma Duodo, nonchè, per quota parte, l’ex Osoppo.

L’archivio di Stato di Udine ©Foto Petrussi
L’archivio di Stato di Udine ©Foto Petrussi

La Regione, invece, controlla il palazzo della Ragioneria generale in Borgo stazione, la porzione residua del palazzo ex Colombatti-Belgrado, il complesso di palazzo ex Colloredo alle spalle di parco Ricasoli, l’ex Casa dello studente di viale Ungheria, l’archivio di Stato in centro studi, l’ex sede di via San Francesco e un palazzo in via Liruti.

I commenti

Soddisfazione comune, mercoledì 12 febbraio, alla firma del piano. «Il patrimonio immobiliare pubblico – ha detto dal Verme – può rappresentare uno strumento per sviluppare una rinnovata vitalità economica, sociale e culturale del centro storico dando rilevanza al suo valore identitario e alla sua bellezza. Gli interventi previsti renderanno Udine più inclusiva per cittadini e attrattiva per i visitatori».

Sulla stessa linea d’onda, anche De Toni per il quale «creare un rapporto di collaborazione in piena sinergia, facendo convergere le esigenze di tutti per il bene della collettività è il nostro obiettivo».

Pollice alto, infine, da parte di Callari. «Collaborazioni come queste – ha spiegato l’assessore regionale – sono fondamentali per lo sviluppo del territorio e devono muoversi al di là delle contrapposizioni politiche. Il percorso avviato per Udine, rappresenta un modello virtuoso che vogliamo applicare anche ad altre città del Friuli Venezia Giulia, a partire da Gorizia, che oggi vive una importante stagione di rilancio e di rinascita, con Go!2025».

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