Caso Anna Frank, tra gli ultrà un tredicenne

ROMA. Ci sono due minorenni di appena 13 e 15 anni, tra i tifosi della Lazio che domenica scorsa dopo la partita con il Cagliari, hanno lasciato sulla curva sud dell’Olimpico adesivi antisemiti utilizzando la foto di Anna Frank. Il volto della ragazzina, simbolo della Shoah, morta a soli 16 anni nel lager di Bergen-Belsen, ritratto sopra la maglia giallorossa, pensando così di insultare gli odiati romanisti. Gli ultrà identificati dagli uomini della Digos sarebbero quindici, alcuni con precedenti specifici. Grazie alle immagini delle telecamere interne all’Olimpico e al lavoro della Scientifica avrebbero già tutti un nome e cognome. Un dossier sarebbe sul tavolo della procura di Roma che ha aperto un’inchiesta per il reato di istigazione all’odio razziale. Un’altra inchiesta è stata aperta dalla procura della Federcalcio.

Lo sdegno globale. Il ministro dell’Interno Minniti ha chiesto di essere aggiornato sulla vicenda e ieri, mentre la foto faceva il giro del mondo suscitando lo sdegno globale, ha avuto un colloquio telefonico con il presidente della Repubblica. Mattarella ha definito il gesto di utilizzare come segno di insulto e minaccia il volto di Anna Frank «oltre che disumano, allarmante per il nostro Paese contagiato anni addietro dall’ottusa crudeltà dell’antisemitismo». Una condanna ufficiale è stata espressa da Antonio Tajani, presidente dell’Europarlamento aprendo ieri la plenaria a Strasburgo, mentre Efram Zuroff direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme ha bollato come «ripugnanti e sconvolgenti» gli insulti antisemiti da parte degli ultrà laziali. «Non ci sono parole per condannare un gesto così vergognoso. Si banalizza a Shoah, si trasforma un’immane tragedia in una bega tra tifoserie».
Lotito e l’omaggio alle vittime dell’Olocausto. L’impatto mondiale del gesto compiuto dalla tifoseria biancoceleste ha travolto il presidente della Lazio Claudio Lotito che ieri ha preso le distanze dagli ultrà. Assieme a due calciatori, Wallace e Felipe Anderson ha deposto una corona di fiori sotto la lapide commemorativa delle vittime dei deportati all’esterno della Sinagoga di Roma. «Con questo gesto ribadiamo la nostra posizione contro l’antisemitismo e il razzismo – ha spiegato Lotito – la Lazio ha sempre represso certi fenomeni, con iniziative nelle scuole. Da oggi intendiamo portare ogni anno 200 ragazzi ad Auschwitz». Un omaggio a cui la comunità ebraica ha risposto freddamente: non presentandosi alla cerimonia organizzata da Lotito. «Non era stata concordata», hanno fatto sapere fonti della comunità, aggiungendo «oltre ai gesti servirebbero iniziative concrete da tutti i club».
Irriducibili: «Non ci dissociamo». Gli ultrà della Lazio, “Irriducibili” parlano di «sfottò e di scherno» e si dicono «stupiti dal clamore mediatico. Esistono altri “casi” che meriterebbero le aperture dei telegiornali». E ribadiscono: «Non ci dissociamo da ciò che non abbiamo fatto. Ci meravigliamo che queste, che vengono considerate offese quando arrivano nei nostri confronti, nessuno si scandalizza. Noi però non ci mettiamo a piagnucolare e nessuno di noi s’indigna per questo». La strada per un tifo non violento è molto lunga.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto