Caso Calderoli-Kyenge, è bufera anche in regione Fvg

«Ministro simil-orango? Lo dicono tutti», la maroniana Gava da Sacile difende Calderoli: choccante che la Kyenge sia al governo. Zanin (Pd): leghista arretrata culturalmente

PORDENONE. «Calderoli? Ha detto quello che pensano quasi tutti gli italiani». Nessuna solidarietà femminile, tantomeno imbarazzo per le parole del vice presidente del Senato, Roberto Calderoli, all’indirizzo del ministro Cécile Kyenge («Quando la vedo non posso non pensare alle sembianze di un orango») nella difesa a spada tratta del collega di partito da parte della leghista Vannia Gava. Maroniana di ferro, astro nascente del Carroccio in provincia di Pordenone ora che l’Aventino scalato da Danilo Narduzzi ha reso orfana la dirigenza locale, nonché assessore a Sacile, la Gava applica il celodurismo di chi non pensa che ci sia un limite alle dichiarazioni pubbliche. Anzi, rincara la dose.

«Quando ho acceso la televisione - afferma - e ho visto l’insediamento del Governo Letta con un ministro di colore sono rimasta choccata. Non siamo in grado di gestirci da soli? Abbiamo bisogno di gente che viene da fuori?».

La Gava è un fiume in piena e conferma al telefono il post che ieri ha infiammato il suo profilo Facebook: «I tratti somatici di alcune popolazioni - ha scritto - è innegabile evochino da sempre sembianze animali se non peggio (cosa dovrebbero dire i poveri abitanti della Mongolia?). Chi non riconosce questo è palesemente in malafede e usa strumentalmente un falso perbenismo degno delle più squallide ipocrisie. È ora di finirla di puntare il dito contro i pochi che hanno il coraggio di dire quello che pensano tutti».

La Kyenge, in sostanza, non ha diritto di ritenersi offesa. «Dovrei esserlo io - continua la “pasionaria” leghista - quando sento le sue “sparate” sulla cittadinanza italiana che andrebbe regalata a tutti. Vada in Congo a predicare l’accoglienza e l’integrazione. Altro che battute, più o meno condivisibili, questo è il vero scandalo avallato da Pdl e Pd».

Ostracismi che vengono ribaltati come debolezze culturali dal deputato pordenone del Pd, Giorgio Zanin. «Noto che l’idea dell’italianità non entra nella testa di chi, come la Gava, evidentemente conosce poco la storia. Il mio cognome ha una derivazione veneta, ma probabilmente anche slava. Pensare che essere italiani vuol dire “congelare” l’appartenenza passata, presente e futura è un’assurdità.

Ricordo che Sant’Agostino era un africano e che ai tempi dell’Impero romano la cittadinanza veniva acquisita in tanti modi». La vera distinzione, quindi, arringa Zanin, «non è tra uomini e animali, ma tra persone capaci di aprirsi al futuro e altre chiuse. Essere sotto choc per un evento imprevisto appartiene ai bambini; gli adulti manifestano semmai meraviglia e apprezzamento».

Ma anche nella “sua” Sacile, la Gava raccoglie dissensi. «Sta danneggiando l’immagine della città - tuonano Nevio Zorzetto e Antonello Bontempi - è ora che si dimetta». Pretesa che difficilmente la Gava accoglierà. E chissà se in autunno, quando la Kyenge potrebbe arrivare a Pordenone per un evento dedicato all’Africa organizzato da alcune associazioni, non ci sia anche lei tra il pubblico.

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