Caso Calderoli, Vannia Gava si scusa

L’assessore di Sacile in una lettera spiega le sue parole. Bortolotti invece la difende

SACILE. «Chiedo che le persone si indignino per i nuovi poveri non per chi va in giro in auto blu!». Si scusa a suo modo Vannia Gava, l’assessore di Sacile che ha dato man forte su Facebook all’uscita universalmente riconosciuta come infelice dal vicepresidente della Camera Roberto Calderoli sul ministro Cecile Kyenge, definita «un orango».

«Non voglio offendere nessuno – rimarca Gava –, non giudico il Ministro per il colore della pelle né tantomeno penso che una persona sia migliore o peggiore rispetto alla sua provenienza, anzi, questo tipo di pensiero discriminatorio lo combatto con fermezza. Il mio post era per sdrammatizzare una battuta che io non avrei fatto. Una battuta la si può giudicare infelice, di cattivo gusto o volgare, per questo infatti il senatore Calderoli si è scusato pubblicamente, ma non per questo la politica buonista del Ministro diventa meno discutibile».

E se lo stato maggiore “maroniano” della Lega friulana e giuliana ha difeso a spada tratta l’assessore sacilese, il malessere dei bossiani in cerca d’autore è tanto nei confronti della “protetta” del segretario nazionale e dell’andazzo in regione. «Come mai Fabio Sirocco è stato allontanato dal legato (ndr Massimiliano Fedriga) per aver detto quello che pensano tutti sulle ingerenze milanesi nel partito e invece la Gava, che ricopre un ruolo istituzionale, può dire e fare quel che vuole e nessuno muove un dito?» dicono alcuni militanti pordenonesi. Ma si sa, da sempre la Lega incorona o punisce senza pietà chi si schiera pro o contro il leader di turno. Ora tocca ai maroniani dettare legge e Vannia Gava ha tatuata sulla pelle la medaglia di “barbara sognante”.

A sostenere la pasionaria del Carroccio arriva anche il consigliere provinciale, ed ex sindaco di Azzano Decimo, Enzo Bortolotti. «È vero che sono amico della Gava per cui posso sembrare di parte ed è vero che Calderoli ha usato un’espressione che, se estrapolata come è stato fatto, risulta infelice. Ma l’Italia è un Paese dove c’è molta ipocrisia – rilancia –. Quando la sinistra attacca Brunetta dandogli del nano o Berlusconi dandogli del caimano va bene.

Se un leghista fa una battuta, anche pesante, viene subito tacciato di razzismo. Non sarà che questo polverone serve a coprire le prodezze dell’ex ministro Idem o il caso Kazakistan nel Pdl? Iniziamo a parlare di cose serie, di politica: quella del ministro Kyenge non può certo essere condivisa da noi leghisti. Anche il presidente Boldrini dice spesso cose assolutamente non condivisibili. Per cui non ci si trinceri dietro le battute».

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