Caso Consorzio di bonifica Pippo “chiama” la Regione

Consiglio spaccato a metà. «Siamo allo stallo e Bolzonello non mi risponde» Il presidente uscente, in carica da ben 19 anni, non si fa da parte e contrattacca
FOTO MISSINATO - CANTINA GELISI ANTONIO CONFERENZA
FOTO MISSINATO - CANTINA GELISI ANTONIO CONFERENZA

«Il consorzio ha raggiunto una situazione di stallo: non possiamo più proseguire così. Bisogna dare una governance al consorzio. Per questo ci rivolgiamo alla Regione affinchè decida sul futuro dell'ente».

Il presidente uscente del Consorzio di Bonifica Cellina Meduna, da 19 anni alla guida, ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa e dire la sua su quanto sta succedendo dopo l'elezione del 25 maggio scorso che ha decretato una parità tra le due liste che si sono presentate per il rinnovo del consiglio (chiamato tecnicamente “deputazione”).

In Regione pende ancora un ricorso presentato dalla lista sostenuta da Coldiretti e Confagricoltura per il il Consorzio ha presentato risposta a 26 richieste, alle quali si aggiungono altre 3 precisazioni consegnate a Trieste ieri. «Sull'esito del ricorso non sappiamo nulla, ma sta di fatto che è una situazione antipatica che sta portando a una fase di non produttività – ha ammesso Pippo –. Per fortuna piove e quest'estate ci siamo salvati, altrimenti sarebbe stato un dramma». «Da parte nostra – ha proseguito – ci sono stati tentativi di apertura e mediazione, ma non hanno avuto nessun risultato. C'è stata soltanto una sterile denigrazione rivolta a chi per 19 anni ha guidato il consorzio. Abbiamo governato bene l'ente, i canoni non sono stati toccati, sono state fatte numerose e importanti opere. Ora abbiamo scritto all'assessore Bolzonello per un incontro al fine di sbloccare la situazione, ma ancora non abbiamo risposta. In questa situazione ci sono in ballo anche i progetti, come il bando del piano irriguo 2014-2020».

Dati alla mano, Pippo ha voluto confutare i punti sollevati nel ricorso dalla controparte. Sulle deleghe, Pippo ha affermato che «non si trattava di 500, ma 214», mentre sul quorum «è stato raggiunto sia per numero di consorziati che su quote di contribuenza».

«Così com'è, il consiglio del consorzio sarebbe formato da quattro componenti della lista due che mi appoggia – ha affermato Pippo – corrispondenti ai consorziati di fascia 3, ovvero quelli che gestiscono aree dai 10 ettari in su, e quattro della lista 1: uno ciascuno per le fasce 2 e 1, il rappresentante dei sindaci e, conti alla mano, il presidente che viene votato da tutta l'assemblea. Il consorzio è ingovernabile, ed è colpa della politica».

La preoccupazione di molti, in questa fase di limbo, riguarda l'autonomia del consorzio stesso. «Non so cosa potrà succede – ha affermato Pippo – ma è chiaro che se il consorzio non è forte, gode di minor potere».

Laura Venerus

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