Caso Eluana, giornali e Gigli assolti: non hanno diffamato De Monte

La causa faceva riferimento ad alcuni articoli usciti su due quotidiani, in cui erano state pubblicate le dichiarazioni rese dal neurologo Gianluigi Gigli in merito alla vicenda Englaro e al dibattito sul fine vita che ne era originato all’epoca. Il medico aveva chiesto un risarcimento di due milioni di euro

UDINE. I quotidiani Avvenire e Il Giornale, i rispettivi ex direttori Dino Boffo e Mario Giordano, i giornalisti Paolo Lambruschi e Irene Giurovich e il neurologo Gian Luigi Gigli sono stati assolti nel procedimento civile avviato dal medico anestesista Amato De Monte, che aveva chiesto un risarcimento danni pari a due milioni di euro per una presunta diffamazione a mezzo stampa nella vicenda di Eluana Englaro.

De Monte aveva attuato il protocollo di distacco dell’alimentazione e idratazione di Eluana nella clinica La Quiete di Udine, stilato sulla base del decreto della Corte d’Appello di Milano ed è presidente dell’associazione “Per Eluana” che sostiene la libertà di cura.

Il giudice civile, Maria Antonietta Chiriacò ha rigettato, con sentenza depositata ieri in cancelleria, la richiesta di risarcimento danni di De Monte, che era stata avanzata con atto di citazione del 31 ottobre 2009.

La causa faceva riferimento ad alcuni articoli pubblicati sui due quotidiani, in cui erano state pubblicate le dichiarazioni rese dal neurologo Gianluigi Gigli in merito alla vicenda Englaro e al dibattito sul fine vita che ne era originato all’epoca.

In una sentenza lunga una cinquantina di pagine, il giudice ha riconosciuto la legittimità del comportamento e ribadito il diritto di cronaca e di critica delle controparti. La questione in oggetto, ha motivato, era talmente rilevante che non si poteva non consentire un ampio e forte dibattito sulla questione che, per quanto infuocato, non è stato ritenuto di natura diffamatoria.

Il giudice ha precisato anche che non c’è stato alcun attacco personale nei confronti del dottor De Monte, ma la sola volontà di affermare dei principi diametralmente opposti eppure altrettanto legittimi.

«Si tratta di una sentenza - commenta Gigli - che ha ripristinato la verità dei fatti e soprattutto ha ricostituito quel terreno democratico nel quale i principi costituzionali della libertà di opinione ed espressione sono doverosamente tutelati e messi in sicurezza dai rischi del pensiero-unico». Ulteriori dettagli della sentenza saranno illustrati, nel corso di una conferenza stampa a Udine.

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