Caso Eluana, nuove rivelazioni del professor Gigli

UDINE. Chiusi i conti con la magistratura, dopo la sentenza del tribunale di Udine che ha stabilito non esserci stata diffamazione da parte del professor Gian Luigi Gigli né tantomeno dei quotidiani l’Avvenire e il Giornale nei confronti del dottor Amato De Monte, il neurologo udinese si dice pronto a tornare sulla vicenda di Eluana Englaro.
Ieri a Udine, nel corso di una conferenza stampa convocata a margine della sentenza civile, Gigli ha annunciato l’intenzione di scrivere un libro sul caso Englaro e ne ha annunciato alcuni degli “scottanti” contenuti.
Il professore ha anzitutto messo in discussione la diagnosi di stato vegetativo permanente di Eluana, alla luce delle cartelle cliniche che il neurologo ha potuto leggere – ha spiegato ieri – «solo quando sono stato chiamato in giudizio».
Stando a Gigli, a due anni dalla diagnosi di stato vegetativo «viene riportato in cartella dalla fisioterapista che più volte (Eluana) aveva eseguito ordini semplici a comando, e da un’infermiera di notte che la paziente per due volte chiama distintamente mamma».
Elementi che il prof definisce «di per sé incompatibili con una diagnosi di stato vegetativo» e che «avrebbero dovuto imporre una rivalutazione clinica e strumentale del caso, anche con strumenti eccezionali».
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