Caso Resinovich, l’ex generale dei Ris Garofano: «A breve sapremo se Lilly sarà riesumata»

Il generale dei Carabinieri in congedo ed ex comandante dei Ris Luciano Garofano lo scorso mese di luglio è stato ingaggiato come consulente dal marito di Liliana Resinovich Sebastiano Visintin, dopo che il gip Luigi Dainotti non aveva accolto la richiesta di archiviazione del caso avanzata dalla Procura, disponendo ulteriori approfondimenti di indagine sulla morte della donna. Biologo specializzato in tossicologia forense, nel corso della sua carriera si è occupato di casi molto importanti come la strage di Capaci, il serial killer Donato Bilancia, il delitto di Cogne, quello di Garlasco, la mattanza di Erba e quella di Novi Ligure.
Generale, che idea si è fatto del caso Resinovich?
«Permangono le contraddizioni che sono sotto gli occhi di tutti, con elementi che da una parte sembrerebbero indirizzarsi verso il suicidio, e altri che invece non lo consolidano».
Cosa la lascia perplesso?
«Sicuramente il fatto che, se la donna è morta pochi giorni prima del ritrovamento del corpo, nelle settimane precedenti non sia mai stata intercettata. E non quadra nemmeno che sia stata trovata con addosso gli stessi vestiti del giorno della scomparsa. Fanno pensare poi le modalità con cui si sarebbe, e uso apposta il condizionale, suicidata: i sacchetti e il cordino serrati in maniera non definitiva e quei due ulteriori sacchi della spazzatura sul corpo stridono con quello che in gergo tecnico viene definito “suicidio da sacchetto di plastica”. La Procura e la Squadra mobile hanno fatto un enorme lavoro, ma come consulente sono contento che il gip abbia colto i dubbi di tutte le parti, disponendo nuovi accertamenti».
È in contatto con Cristina Cattaneo a cui la Procura ha affidato la nuova perizia medico-legale?
«Ci siamo visti la scorsa settimana: stava concludendo la consulenza relativa alla morte di Saman Abbas. Mi ha detto che avrebbe studiato tutti gli atti relativi al caso Resinovich a sua disposizione. Siamo rimasti d’accordo che dopo questo studio, che dovrebbe essere realizzato al massimo per la fine di ottobre, mi avrebbe contattato per comunicarmi la sua decisione in merito all’eventuale riesumazione del cadavere»
Secondo lei il corpo di Liliana potrebbe ancora rivelare qualcosa?
«Non sono un medico legale e quindi mi rimetto alla valutazione della dottoressa Cattaneo, ma in tanti casi anche una riesumazione molto postuma ha disvelato scenari completamente differenti. Non voglio gettare critiche sull’operato del medico legale Fulvio Costantinides, ma quattro occhi sono meglio di due, nel senso che magari l’esperienza della Cattaneo potrebbe aggiungere altri elementi»
Su cosa si concentra la sua consulenza?
«Sulle tracce biologiche, su tutto quel materiale come sacchi e abiti. Su questi elementi le analisi, che sto seguendo assieme alla Polizia scientifica, sono in corso: non abbiamo ancora gli esiti definitivi»
Fugare ogni dubbio servirà anche a spazzare via i sospetti che parte dell’opinione pubblica alimenta nei confronti di Visintin?
«Se ci sono dei sospetti, sono alimentati da mere sensazioni, quando sappiamo che tutti i riscontri dell’indagine escludono un suo coinvolgimento»
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