Caso Sacher, s’indaga su un appuntamento con un altro uomo
UDINE. Continueranno a sfilare in questura questa settimana amici e conoscenti della due quindicenni che la Procura per i minorenni di Trieste chiama a rispondere per omicidio preterintenzionale in relazione alla morte di Mirco Sacher, 66 anni, ferroviere in pensione trovato cadavere due settimane fa nella zona di via Buttrio.
L’imbroglio. In questi giorni la Squadra mobile di Udine, che sta cercando di far luce sul contesto in cui è avvenuto il decesso e, in particolare, sulla ragione che ha dato il via alla colluttazione tra le ragazze e l’uomo in via Buttrio, ha potuto ricostruire un episodio avvenuto in Borgo stazione qualche settimana fa. Un episodio che ha visto protagonista solo una delle due giovanissime indagate insieme a un’altra adolescente.
Grazie all’incrocio di più testimonianze e a riscontri tecnici gli investigatori - che stanno lavorando sotto il coordinamento del sostituto procuratore Chiara Degrassi - è emerso che un uomo di mezz’età ha consegnato alle due amiche una somma di denaro, non si sa bene dietro quale promessa. Poi è andato insieme a loro nei pressi di un capannone isolato in periferia e lì è rimasto con un palmo di naso perché le ragazze si sono subito allontanate con i soldi. Sull’episodio sono in corso ulteriori accertamenti, per capire se può avere qualche rilevanza nell’ambito dell’indagine in corso o se, al contrario, si è trattato di un fatto isolato - che l’uomo comunque non aveva denunciato -, o di una bravata.
Pochi video. Ad aiutare gli investigatori della Squadra mobile (diretti dal vicequestore aggiunto Massimiliano Ortolan) ci sono pochi video registrati dal sistema di videosorveglianza del Comune o almeno non tutti quelli su cui si pensava di poter contare. Secondo quanto ha spiegato la polizia, infatti, domenica 7 aprile, parte delle telecamere delle zone di interesse era in fase di manutenzione e quindi poteva filmare, ma non registrare.
Resta la domanda-chiave. Perché in via Buttrio? Secondo gli inquirenti, se si riuscisse a capire il motivo per cui Sacher e le quindicenni, pur avendo una casa a disposizione e avendo già trascorso diverse ore insieme, si siano recati in quel campo, allora si potrebbe cominciare a mettere a fuoco il movente. Sotto la lente della polizia c’è tanto materiale e, probabilmente, è solo questione di tempo.
Ci sono i computer delle ragazze (Sacher non lo aveva) e i loro profili Facebook, i telefonini di tutti e tre, l’auto del pensionato usata dalle ragazze per la fuga, i vestiti indossati quel giorno, i bicchieri “usati” trovati nell’appartamento di via Strassoldo dove abitava l’ex ferroviere. Una ragazza ha dichiarato al pm di aver sentito una delle quindicenni, la sera prima della morte di Sacher, dire: «I soldi non sono un problema, li recupereremo».
A quanto pare, alla compagnia di giovani che si era ritrovata sabato sera mancava il denaro per comprare da bere. Gli inquirenti stanno riflettendo su questa testimonianza, mettendola in relazione con il fatto che Sacher era solito fare alle giovani piccoli regali come la ricarica del cellulare o i soldi per un pacchetto di sigarette. «Ma si tratta di piccole cose normali nell’ambito di un rapporto tipo nonno-nipote come quello che c’era tra il pensionato e la mia assistita» ha sottolineato l’avvocato Federica Tosel.
Scambi di sms. Intanto la polizia sta valutando centinaia di sms contenuti nei cellulari delle due adolescenti e anche nel telefonino di Sacher. Ne sono stati individuati anche alcuni che l'uomo si è scambiato con le due ragazzine, anzi con una di loro in particolare. Il contenuto di questi sms - che comunque è ancora al vaglio degli inquirenti - potrebbe aiutare gli investigatori a fare chiarezza sulla natura del rapporto che intercorreva tra le giovani e il pensionato. Un rapporto che finora è stato descritto come quello tra un nonno e un nipote, ma che potrebbe avere anche connotazioni diverse.
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