Caso Sacher, spunta terza adolescente

La giovane è una conoscente delle due quindicenni che si sono accusate dell’omicidio. Attesa per l’analisi delle impronte

UDINE. Una terza adolescente è stata, probabilmente una sola volta, a casa di Mirco Sacher insieme alle due quindicenni che si sono accusate della sua morte. Questo uno degli elementi nuovi che stanno emergendo nell’ambito dell’indagine seguita al ritrovamento - avvenuto domenica 7 aprile in via Buttrio - del cadavere del ferroviere in pensione che aveva 66 anni.

La terza ragazza è una conoscente delle due giovanissime ora chiamate dalla Procura per i minorenni di Trieste a rispondere dell’ipotesi di reato di omicidio preterintenzionale. Almeno in un’occasione (non il 7 aprile) sarebbe salita nell’appartamento di via Strassoldo 2, dove il pensionato abitava, insieme alle quindicenni. La giovane non è per nulla coinvolta nell’indagine, ma la sua testimonianza è comunque importante per gli investigatori.

Vertici “tecnici”. Dopo il vertice di martedì tra gli uomini della Squadra mobile (diretti dal vicequestore aggiunto Massimiliano Ortolan) e il pm titolare dell’inchiesta Chiara De Grassi finalizzato a definire quali accertamenti tecnico-scientifici vanno effettuati sul materiale repertato, ieri gli investigatori si sono incontrati con i colleghi della polizia postale che stanno svolgendo tutto il lavoro di analisi dei computer, dei telefonini e dei profili Facebook delle ragazze (posti sotto sequestro).Anche le difese hanno nominato i loro consulenti tecnici. Per i legali Federica Tosel e Francesco Luigi Rossi che seguono una delle due quindicenni c’è il tecnico informatico, nonchè avvocato Euro Buzzi di Trieste.

Tracce di sangue e impronte. E’ dalla comparazione delle impronte digitali - rilevate in quantità dalla Scientifica in via Buttrio, a casa di Sacher e sulla sua Fiat Punto - che potrebbero giungere ulteriori importanti elementi. Stesso discorso anche per quanto riguarda il sangue trovato perlopiù sulla canottiera del pensionato e sul colletto della camicia. Se, per esempio, quelle tracce ematiche non fossero riconducibili nè a Sacher nè alle quindicenni potrebbe farsi nuovamente strada l’ipotesi della presenza sul luogo del decesso di una quarta persona. Un’eventualità sulla quale fino ad ora non sono mai stati trovati riscontri.

L’I-Phone non si trova. Era circolata la voce che l’I-Phone smarrito a metà marzo da una delle ragazzine fosse stato trovato. Non è così invece. E manca ancora all’appello anche la Sim-card che era nel cellulare di Sacher.

Via Buttrio, “turismo macabro”. Nei giorni seguenti al ritrovamento del cadavere di Mirco Sacher, la polizia ha fatto diversi sopralluoghi in via Buttrio, per verificare tutta una serie di circostanze. Anche i giornalisti sono tornati in zona per intervistare i residenti. E ogni volta, lungo quelle stradine di campagna, erano presenti diverse persone che non hanno esitato ad ammettere di aver raggiunto via Buttrio proprio in quanto luogo in cui è avvenuto un omicidio.

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