Caso Tarcento: l’alloggio giudicato inagibile per l’accoglienza dei profughi ucraini è stato valutato 89 mila euro
L’opposizione chiede chiarimenti sugli appartamenti negati a chi scappa dalla guerra. Rifiutata a due consiglieri la visita agli immobili: in municipio arrivano i carabinieri
TARCENTO. Dall’aula del consiglio comunale alle colonne dei quotidiani. E ritorno. Perché la polemica sulle case di proprietà del Comune che la giunta ha stabilito di non aprire ai profughi ucraini si è arricchita, venerdì primo aprile, di una nuova puntata.
Teatro non l’aula consiliare, ma il municipio. Dove i consiglieri comunali Maurizio Petri e Riccardo Prisciano (primi firmatari delle due distinte mozioni, entrambe bocciate dalla maggioranza, con cui si chiedeva che gli immobili venissero destinati all’accoglienza delle famiglie in fuga dall’Ucraina in guerra) si sono presentati di mattina, in momenti distinti, per richiedere al sindaco Mauro Steccati di poter visionare gli appartamenti al centro della querelle che ha guadagnato pure l’attenzione della stampa nazionale.
Per il primo cittadino, che giovedì 31 marzo aveva aperto le porte degli alloggi al Messaggero Veneto, le strutture di via Morgante, via Frangipane e via Madonna sono allo stato attuale inservibili.
Opinione differente quella dei gruppi d’opposizione, secondo cui le condizioni degli appartamenti non sono tali da pregiudicare la temporanea accoglienza dei profughi. «Ho formalizzato una richiesta di accesso agli atti e domandato di poter visionare gli appartamenti – spiega Petri –. Dopo un’iniziale disponibilità del segretario comunale ho atteso oltre due ore il sindaco, senza risultato».
Identici richiesta ed esito per Prisciano, che però ha ritenuto di coinvolgere i carabinieri e comunicato alla Prefettura il diniego del primo cittadino, che nel pomeriggio di ieri abbiamo provato a contattare senza successo per una replica. «Quegli appartamenti sono agibili, altroché – tuona l’ex esponente di Fdi – e con una manutenzione di minima si sarebbero potuti aprire ai profughi ucraini. Il sindaco accusa l’opposizione di aver strumentalizzato il caso, ma la nostra era una semplice proposta di buonsenso».
Allarga il ragionamento il consigliere Walter Tomada, a capo della coalizione di centrosinistra che ha sfidato Steccati alle elezioni dello scorso ottobre: «L’ultima perizia relativa agli alloggi comunali che è stata trasmessa ai consiglieri e risale al 2018, prima che tre appartamenti venissero messi in vendita. Questa perizia riporta anche una valutazione dell’appartamento di via Madonna, definito fatiscente dal sindaco, di ben 89 mila euro. Pertanto per i consiglieri comunali che la leggono (e anche per eventuali acquirenti) non risulta assolutamente alcuno stato di fatiscenza. Altri due appartamenti, uno in via Frangipane e uno in via Morgante, sono stati regolarmente messi all’asta ma non siamo in possesso delle perizie. Le abbiamo richieste – aggiunge il consigliere – ma in attesa di capire quanto siano stati valutati immobili che oggi l’amministrazione dichiara in stato di semiabbandono, ci chiediamo come si possa pensare di vendere unità abitative che lo stesso primo cittadino definisce “inagibili”. In questi anni in Consiglio la situazione di questi alloggi non è mai stata descritta in questi termini, anzi tali alloggi sono sempre stati considerati dalla giunta un “tesoretto”» .
«Quando chiedevamo di valutare la possibilità di destinare gli alloggi alla prima accoglienza dei profughi ucraini che scappano dalla guerra, non pensavamo di trovarci di fronte a questa situazione e comunque, con buona volontà, risorse, attivazione del volontariato e soprattutto spirito di solidarietà credevamo fosse possibile fare qualcosa. Non si è voluto, pazienza. A pagare il prezzo di questa decisione poco assennata è purtroppo l’immagine del paese», conclude Tomada.
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