Caso vaccini, parla l'assistente sotto accusa: "Sono vittima di un grande complotto"
UDINE. «Sono vittima di un grande complotto». Emanuela Petrillo lo ripete da giorni al suo avvocato. L’assistente sanitaria non si capacita di come sia potuta finire al centro della vicenda dei “finti vaccini”. Insiste sulla propria innocenza. Anche dopo aver appreso dei risultati choc dei test effettuati dal Dipartimento di igiene e medicina preventiva del Burlo Garofolo di Trieste, non ha mutato l’atteggiamento.
«Ho svolto regolarmente il mio lavoro – ha detto in questi giorni a più riprese al legale Paolo Salandin –. Sono diventata per qualcuno un capro espiatorio». Questione di «interessi economici superiori» dice lo stesso avvocato che non più tardi di venerdì ha ricevuto una telefonata definita “strana”. «Qualche soggetto, che si è qualificato come un collega di Roma – confessa –, mi ha detto di evitare l’argomento vaccini».
Avvocato, come sta Emanuela Petrillo?
«È ancora provata e scossa per quanto accaduto. Ma contemporaneamente ha ricevuto sollievo dai tanti messaggi di solidarietà da parte delle colleghe friulane. Nonostante il processo mediatico e la gente comune l’abbia già condannata, chi l’ha conosciuta veramente ha fatto sentire la propria vicinanza».
I risultati dei test in Friuli sul campione di 202 bimbi parlano chiaro. Il 56% del campione è privo di profilassi per il morbillo, il 40% per l’epatite B.
«Sono numeri inversamente proporzionali rispetto a quelli dell’Usl di Treviso. Lì su 25 bimbi vaccinati per il morbillo dall’assistente sanitaria, 21 non avevano sviluppato anticorpi, un dato che supera l’80%. A Codroipo invece si parla di una media del 50%. Insomma, più si allarga la fetta dei bambini esaminati più si restringe la percentuale dei non immunizzati. Insomma non c’è conformità tra i dati. I numeri sono molto diversi tra di loro. Sarebbe interessante avere una campionatura totale, anche se so che è impossibile allo stato attuale. Ma quanto meno più alta rispetto a quella scelta dalla task force in Friuli. Sono troppo poche le 200 persone sulle 7.000 stimate nel periodo in cui Emanuela Petrillo ha esercitato la professione in Friuli dal 2009 al 2015».
Resta il fatto che Il 40% delle profilassi obbligatorie, epatite B e tetano comprese nell’esavalente, risultano scoperte. Come si può spiegare questa percentuale non irrilevante?
«Effettivamente qualcuno risulta non aver ricevuto anticorpi. E qui sta il dilemma. Cosa è successo? Da quanto mi risulta, dopo essermi anche consultato con alcuni esperti, una puntura fatta sotto cute non porterebbe all’attecchimento del vaccino. Diversa, invece, è l’iniezione intramuscolare. La puntura sotto cute è anche meno dolorosa e si spiegherebbe anche il fatto che molti bambini seguiti dalla Petrillo non piangevano. Questo rientrerebbe nella sfera dell’errore e non di un fatto premeditato».
Secondo lei gli esami svolti in Friuli farebbero acqua da tutte le parti?
«Non sono un medico e non mi permetterei mai di dirlo. Ma mi sento di affermare che non è possibile fare un processo su statistiche così basse. Non è stato adottato un sistema giusto. Non si può condannare una persona sulla base di una campionatura così bassa. E poi metto in discussione anche la tracciabilità degli esami svolti in quei sei anni. Non c’è una correlazione stretta tra vaccinato, assistente sanitario che fa le iniezioni, firma sul libretto sanitario e inserimento dei dati sui computer. Non è provato che sia la stessa persona a farlo. Questo vale per qualsiasi professione».
Con questo vuole dire che può esistere il sospetto, ma non la prova?
«Emanuela Petrillo non è stata colta in flagrante. Eppure per la giustizia del popolo è stata processata e condannata».
Quale sarà la vostra linea difensiva?
«Stiamo valutando una rosa di consulenti tecnici, un medico legale, un virologo, un biologo e un pediatra, in caso di incidente probatorio. Da Udinem peròm non ho avuto notizie dalla Procura. Non ho avuto accesso agli atti. Non sappiamo neanche chi sia il distributore dei vaccini, quanto costino, come siano stati effettuati i test».
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