Cattedre vuote e pochi concorsi, i supplenti saranno quasi 600

L’hanno ribattezzata “supplentite”, la malattia delle supplenze che imperversa nella scuola, recuperando un termine coniato da Donato Lamorte, segretario regionale della Cisl scuola del Friuli Venezia Giulia. Una “malattia” che, già all’epoca della “Buona scuola”, l’ennesima riforma che avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi atavici del sistema scolastico nazionale, doveva essere debellata. Invece, alla vigilia del nuovo primo squillo di campanella, si è ripresentata, puntuale, come tutti gli anni. O forse peggio.
A oggi il 40% delle cattedre in Fvg non sono state assegnate per mancanza di aspiranti nelle graduatorie. Su 1.337 disponibilità a ruolo emesse dal ministero per la regione, circa 540 saranno affidate a supplenti. «Il dato è provvisorio - spiega Donato Lamorte - ma direi che siamo molto vicini. E credo che il numero sia destinato a salire».
Sì, perché non tiene conto «del sostegno - precisa il sindacalista - e anche qui ci sono grandi difficoltà. Stimiamo tra le 600 e le 700 supplenze annuali. 570 sono i posti in deroga, per quel che riguarda il sostegno e verranno coperti da personale presente in graduatoria, ma credo arriveremo a superare il migliaio». Questo perché c’è tempo fino a dicembre per segnalare il fabbisogno, a cui si sommano - cosa che accade di frequente - ulteriori necessità che derivano dalle sentenze della magistratura a cui molte famiglie si rivolgono se non viene riconosciuto l’insegnante di affiancamento per il proprio figlio. Per qui «a regime ritengo ragionevole un numero minimo di supplenze nel sostegno oltre le 650 unità».
Non bastasse ci sono poi i posti non dati in ruolo «per mancanza di aspiranti, che sono circa 500 - continua l’elenco Lamorte - e andranno coperti anche i posti di adeguamento dell’organico di diritto dove ce ne sono 60 circa, e solo per il personale docente». Ma la scuola non è fatta solo di insegnanti. «C’è anche il personale Ata - ricorda Lamorte - e quest’anno scolastico le supplenze aumenteranno anche qui, visto che le immissioni in ruolo concesse al Fvg sono meno di quelle dello scorso anno, e quindi serviranno supplenti anche in quest’area». Quanti? «Tra i 200 e i 300 posti», è la stima del sindacalista.
Il quadro «non è tale da far presagire un inizio d’anno scolastico tranquillo. Anzi, non ci sono nemmeno le disponibilità per avviare un anno scolastico “normale” - considera Lamorte -. Da qui la richiesta, che reiteriamo ancora una volta. di accelerare nello svolgimento dei concorsi per reclutare il personale necessario».
Soprattutto i concorsi per i direttori dei servizi amministrativi, la figura apicale al di sotto del dirigente scolastico, che si occupa della gestione delle scuole. «In regione ne mancano una settantina e questo genera difficoltà enormi nella gestione di tutte le varie incombenze che ricadono sugli istituti».
In positivo c’è, invece, la situazione dei dirigenti, quella sì finalmente risolta. «Con le 63 assunzioni effettuate recentemente, questo capitolo direi che si è chiuso - ancora il sindacalista -, dopo che si sono fatti carico per un anno di reggenze, finalmente ci sono state le immissioni in ruolo. Ora occorre accelerare sugli altri fronti, ovvero le altre carenze del personale della scuola per evitare che la “supplentite” continui ad aumentare. Ma vanno anche ringraziati i colleghi che si rendono disponibili per le supplenze e che vagano da una scuola all’altra della regione per garantire lo svolgimento delle lezioni; in caso contrario - secondo il sindacalista - saremmo davvero al caos».
Non dimenticando che le scuole, di fronte alla mancanza di candidati per alcune discipline, possono ricorrere anche ai Mad, “Messi a disposizione”, che possono essere laureati ma anche laureandi e persino studenti universitari, che si candidano ad essere supplenti. Lo scorso anno erano stati 11 mila ad aver ricevuto un incarico di supplenza annuale. «In alcune scuole della regione - precisa Lamorte - si contano anche 6 mila domande di persone residenti in qualunque regione del Paese perché non c’è vincolo, come per i docenti, di presentare domanda in un’unica provincia, e quindi le candidature si inviano a più istituti».
Infine ultimo punto «l’assistenza e la vigilanza all’apertura delle scuole, non ancora sufficiente». Da qui l’appello alla politica «affinché faccia pressione sul governo perché si arrivi ad una situazione normale almeno per quest’anno».
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