Centrale a biomasse, il pm: nessun illecito
SEDEGLIANO. La cronaca dell’«infuocata seduta del Consiglio comunale» di Sedegliano era stata pubblicata sull’edizione del “Messaggero Veneto” di giovedì scorso. Al centro del dibattito, ancora una volta, la richiesta avanzata al sindaco Dino Giacomuzzi dai banchi dell’opposizione di stoppare il progetto per la realizzazione della centrale a biomasse. Questione vecchia almeno due anni, quando il Comitato 14701 presentò la prima denuncia alla Procura di Udine, e cresciuta a mano a mano che la data dell’apertura del cantiere si avvicinava.
Eppure, mentre fuori divampava la protesta, nella stanza del pm Viviana Del Tedesco, che sul caso aveva intanto avviato un’inchiesta a carico di ignoti per l’ipotesi di reato dell’abuso d’ufficio, la vicenda andava via via perdendo qualsiasi profilo di rilevanza penale. Ecco perchè, ieri, il magistrato ha voluto convocare nuovamente alcune delle persone sentite già nel corso degli accertamenti condotti in fase d’indagini preliminari (tutti, s’intende, in qualità di persone informate sui fatti). A cominciare proprio dai quattro consiglieri di minoranza che, ora in aula consiliare, ora tra le file del Comitato, avevano continuato a sollevare dubbi sul progetto. Per continuare con il sindaco Giacomuzzi, chiamato a ricostruire, carte alla mano, l’intera vicenda.
Il risultato delle audizioni (assente soltanto uno dei quattro consiglieri) ha confermato l’idea che il pm si era già fatto del caso sulla base anche dell’ampia documentazione acquisita. E che lo porterà, completato anche quest’ultimo atto investigativo, a chiudere a breve con un’archiviazione - salvo tardivi colpi di scena - il procedimento.
Lungi dal fare emergere condotte illecite, l’attività d’indagine ha evidenziato semmai il ricorso a una procedura autorizzativa - quella concessa dalla Provincia al progetto - complessa e trasparente, passata attraverso il nulla osta di ben 18 enti, dall’Arpa ai Vigili del fuoco. Restano sullo sfondo, invece, le contestazioni dei denuncianti, tutte per lo più relative a scelte politico-amministrative che nulla c’entrano con le competenze della magistratura ordinaria e che, quanto all’eventuale ricorso ad atti illegittimi, attengono piuttosto al giudice amministrativo.
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