Centri benessere Quei massaggi cinesi da non oltre 30 euro

Basta un’aggiunta esigua per una prestazione sessuale Si parte dal web, poi la prova del campo: ecco com’è andata
Di Davide Vicedomini

Per un massaggio rilassante della durata di trenta minuti ci vogliono 30 euro, se si opta per l’ora intera bisogna sborsarne 50. Se poi si vuole usufruire del bagno vasca si sale a 70 euro. C’è tutto scritto, nero su bianco, all’ingresso dei centri benesseri cinesi. Di questi locali se ne trovano a decina in città, altrettanti sono sparsi in tutta la provincia. Ma non sempre l’offerta di facciata corrisponde a quella che poi si trova all’interno. In alcuni casi c’è un supplemento facoltativo che si accorda all’istante per ottenere una prestazione sessuale.

Il nostro reportage all’interno di questi centri benessere inizia da internet. Sul web non facciamo fatica a trovare indirizzi e numeri di telefono. Basta digitare le parole chiave “centro massaggi” a Pordenone come a Udine, seguito alla provincia di riferimento, e subito veniamo sbalzati in un “mare magnum” di annunci. La nostra ricerca inizia poco dopo mezzogiorno. Ne troviamo uno. Parla di «trattamenti rilassanti e terapeutici eseguiti da ragazze con alta tecnica di metodologia cinese, in un ambiente con musica e luci soft». Lo contattiamo e prima di recarci sul luogo,chiediamo, da inesperti del settore, i prezzi.

La signorina sorride e dice «da 30 a 150 euro. Dipende cosa vuole fare». Senza un minimo di ritegno la massaggiatrice ci informa che con 50 euro è possibile ottenere una prestazione sessuale.

Disposti a spendere la cifra minima (30 euro) ci dirigiamo sul posto poco dopo pranzo. Non serve infatti alcun preavviso. Come poi ci accorgeremo nel corso del nostro “viaggio” questi i locali sono standard. Un insegna blu, l’immagine di due massaggiatrici, nessuna finestra che dà sulla strada, e un campanello da suonare per accedere all’interno del centro. Spinti dalla curiosità siamo pronti a registrare quello che accade con lo smartphone. Suoniamo il campanello. L’attesa dura circa 5 secondi. Ad aprirci è una ragazza che ci chiede «Vuoi un massaggio?». Acconsentiamo, mentre notiamo un’altra donna di circa 40 anni seduta in abiti succinti su un divanetto. La ragazza nota il telefono tenuto in mano. «Mica stai registrando?», domanda. Spegniamo. A quel punto la conversazione è tutta in lingua cinese, tra le due ragazze e un signore nascosto dietro il banco. Rimangono a confabulare per alcuni minuti. Alla nostra domanda «Allora che facciamo?», la ragazza risponde: «Qua si fanno solo massaggi. Trenta euro mezz’ora, 50 euro un’ora. Chiaro?». Il pagamento è anticipato. E così anche lo scontrino fiscale. Non ci resta che dirigerci nella stanza. Ne contiamo tre nel percorso. Sono tutte chiuse. Riconosciamo anche una voce italiana provenire da una di queste. L’ambiente è, come c’era scritto nel’annuncio, soft. Luci soffuse, ma niente musica. La massaggiatrice non spiaccica una parola d’italiano. O forse non vuole parlare. Ci spogliamo e indossiamo gli slip forniti dalla “casa”. Il massaggio, fatto con un’olio contenuto in una boccetta di un noto marchio, si trasferisce dalla schiena all’addome. Al termine della mezz’ora ci viene chiesto di alzarci. Sorriso, saluti e arrivederci.

Altro contatto telefonico. A poche centinaia di metri troviamo un altro centro massaggi. Entriamo. La ragazza ha fretta. Ha altri clienti. Ci chiede 30 euro per un massaggio normale, 50 se si vuole qualcosa di più prolungato. L’esercizio sembra essere la fotocopia dell’altro. In questo caso, però, non ci vengono fatte proposte ulteriori.

Ed eccoci arrivare all’ultima tappa della giornata. Siamo a pochi passi dal centro storico. Qui ci accoglie Lisa, 30 anni di Cervignano. È loquace e simpatica. Ci apre in abiti decisamente succinti. Al telefono aveva detto che preferiva contrattare il prezzo sul luogo. «È la tua prima volta?», chiede. Rispondiamo di sì. «Bene, sono 30 euro, ma se aggiungi 20 euro possiamo accordarci per una piccola prestazione sessuale». E ci mima un gesto eloquente.

Essendo «la prima volta»... intanto trenta euro. Ci dice di gestire sola il centro e che di solito sono una decina i clienti al giorno che le fanno visita. La tecnica è la medesima, un pò meno sbrigativa. Schiena, collo, spalle. Ma quando si tratta di girarsi comincia a solleticare l’addome con un massaggio che lei definisce «giapponese». Termina la mezz’ora. Lei appoggiata sul lettino ci guarda e dice «Finito. Vuoi arrivare a cinquanta?». Sorridiamo. Le diciamo di no e la salutiamo. Ci asciuga il corpo con un panno, ci offre un’acqua e una caramella. Ed emette lo scontrino. «Alla prossima», e ci saluta con l’occhiolino.

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