Centro storico allagato «Mai così tanta pioggia dall’alluvione del ’66»
Pordenone, assediata dai suoi due fiumi, si è risvegliata nuovamente sott’acqua. Complice la troppo indolente ritirata del Meduna, nel cuore della notte il Noncello ha cominciato a inghiottire le strade e, ora dopo ora, a sommergere gli scantinati nella sua vorace avanzata. La viabilità nelle zone più colpite è tuttora compromessa: ieri sera erano state riaperte 6 strade delle 13 chiuse. Inaccessibili fino a stamane anche la nevralgica Rivierasca e la trafficata via Martiri Concordiesi. Oggi l’allerta è sfumata nell’arancione, in previsione di piogge intense e nevicate.
Il Noncello ha cominciato a invadere poco dopo le quattro di notte il ponte di Adamo ed Eva e la Riviera del Pordenone, ma il picco della piena è stato raggiunto ieri mattina: per un’ora, dalle 8.30 alle 9.30, l’idrometro della protezione civile è rimasto fermo a 8,44 metri, un centimetro in meno rispetto al livello toccato nel 2010. Allagate anche via San Marco, via Codafora, via Martiri Concordiesi, via del Seminario. Il limo lasciato dal fiume ha creato una patina scivolosa sull’asfalto: per far transitare le auto in sicurezza è servito un intervento di pulizia mirato. Ieri sono state riaperte via Pra, via Levade, frazione Villanova, Villanova di sotto, del Bosco, G.Di Vittorio. Ancora chiuse via Codafora, del Passo, San Marco, Del Seminario, Revedole, con le inevitabili ripercussioni sul traffico. Per raggiungere la zona nord della città è consigliabile prendere l’autostrada e uscire a Porcia.
Non pioveva così tanto dai tempi dell’alluvione del 1966. All’epoca a Barcis in 72 ore caddero 758 millimetri di pioggia, in questa ondata di maltempo ne sono stati registrati 717, un terzo delle precipitazioni di un anno. Pioggia che ha alimentato l’invaso del Cellina-Meduna, tracimati sabato e domenica.
Per garantire la sicurezza in città durante l’allerta rossa hanno lavorato nella notte la polizia locale, le forze dell’ordine e 16 volontari della protezione civile comunale, distribuiti su due turni e coordinati dal Centro operativo in municipio (Coc) con l’assessore comunale Emanuele Loperfido. Nell’emergenza sono stati impiegati 50 volontari. Hanno monitorato le idrovore e gli argini, distribuito 620 sacchi di sabbia alla popolazione. In tre giornate sono state gestite 600 chiamate da tre operatori, costantemente collegati con il Coc.
Una casa in via del Molino è rimasta isolata dall’acqua: i residenti sono stati assistiti dai pompieri. All’ora di pranzo il cartello “Benvenuti Park Rivierasca” ammiccava quasi ironico sopra due metri d’acqua mentre i raggi del sole cominciavano a farsi largo fra le nubi e il cielo si specchiava in una simmetria perfetta sull’asfalto inondato della Rivierasca. Le prime tre file del parcheggio Marcolin erano ancora allagate alle 19.30. I vigili del fuoco hanno cercato di pompare fuori l’acqua dagli scantinati dal civico 4 al civico 16 di viale Martelli e in via Roma, ma è stata una lotta vana contro il Noncello ancora troppo alto. Locali allagati pure in via Del Maglio.
Ieri quattro ospiti stranieri al seminario vescovile sono stati evacuati e portati in albergo. Si sono calati da una finestra al primo piano – la via era invasa da più di un metro d’acqua – a bordo del gommone dei vigili del fuoco, protetti da mute stagne, salvagenti e maschere nbcr anti come protezione anticontagio.
L’acqua limacciosa del fiume si è insinuata negli archivi sotterranei del palazzo di giustizia. «Prima di domani non sarà possibile prosciugare i locali» la previsione dei volontari di protezione civile all’opera ieri. La dirigente amministrativa Daniela Ciancio, memore delle precedenti alluvioni ha precisato che su sua indicazione non sono stati occupati gli scaffali più bassi, «compatibilmente con lo spazio». La conta dei danni ai fascicoli (sono custoditi nei locali gli atti degli ultimi cinque anni) potrà essere fatta solo quando l’archivio sarà nuovamente accessibile. I dipendenti del tribunale erano al lavoro ieri nonostante i disagi: reduci da un blackout sabato, senza riscaldamento per motivi di sicurezza, perché il locale caldaie era allagato, con internet a singhiozzo. Ciancio ha ringraziato il Comune di Pordenone per il prezioso apporto del custode Giacomo Traina, in servizio la notte dell’allerta rossa. —
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