Cerca casa su Facebook, straniera insultata
Una donna le ha risposto: «Tornatene a casa tua!». La Caritas: Sacile è una città solidale e accogliente, non razzista

SACILE. «Cerco appartamento a Sacile». Un’adolescente immigrata mette l’annuncio in un gruppo Facebook e le arriva l’insulto. «Tornatene a casa tua». Quello della signora M.P. che ha pruriti xenofobi e rischia la querela per discriminazione: la ragazza l’ha mandata a quel paese.
«Mica ho chiesto l’ospitalità – è stata la risposta dell’adolescente – a casa tua». Fine della storia? «Nessuno si permetta di offendere i giovani – ha reagito Danilo Pavan allo sportello Caritas –. Sono tutti il potenziale per il futuro della città: Sacile multietnica».
Gli immigrati.
«La vita è come una partita a dama – è il “mantra” dell’adolescente immigrata sui social network –: una volta che vai avanti non puoi tornare indietro». La sua è una storia facsimile a quella di tanti figli di immigrati per lavoro che si integrano, a partire dalla scuola. Nelle aule sacilesi sono il 12%. «Lei è stata insultata per il cognome che porta ed è intollerabile – hanno detto alla Caritas –. Sacile è una città accogliente e chi lavora, rispetta le leggi e si integra ha gli stessi diritti di chi è italiano». Nel 2013 la ragazzina, arrivata da un Paese lontano, era stata erletta nel consiglio comunale dei ragazzi nella Balliana-Nievo da 200 ragazzi coordinati dagli educatori del progetto comunale Giovani.
La Caritas.
«Tutti hanno diritto a una casa – vanno avanti Danilo e Graziella Pavan –. I ragazzi che arrivano da lontano sono benvenuti in città: nessuno deve permettersi di insultarli». L’andamento demografico a fine 2016 ha registrato, all’ufficio comunale, l’11% di domiciliati non cittadini italiani: in tutto 2.114. Ma l’andamento è variabile e il via vai dei nuclei famigliari degli immigrati è aumentato in proporzione alla crisi economica e di lavoro. «Contiamo circa 500 amici che ricevono le borse spesa, oppure aiuti per i figli, la casa nella nostra sede a Vistorta – ha continuato Danilo Pavan –. Ci sono state le partenze, negli ultimi mesi, di vari nuclei famigliari: sono partiti per cercare lavoro in Francia». Sacile è una città tranquilla e alla Caritas non ricordano casi simili. «Qualche ostilità è stata, caso mai, nei confronti dei mendicanti che possono essere anche italiani – ha concluso Pavan –. Giù le mani dai ragazzi: nessuno si permetta di offenderli».
L’accoglienza.
Per 28 profughi individuati dall’Ambito socio-assistenziale l’accoglienza è gestita dalla coop “Nuovi vicini” della Caritas di Pordenone: il Comune di Sacile ha aggiudicato il bando di 912.780 euro. La determina numero 388 ha pubblicato all’albo comunale di Sacile l’affido del servizio Sprar 2017-2019. Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati era in palio nella gara pubblica dall’ex Ambito 6.1 con bando europeo: il capitale da investire all’anno per ogni profugo è di 32 mila euro. «Conti trasparenti sulla gestione delle risorse. Il danaro pubblico è sotto controllo».
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