«Cercate Unabomber nella base di Aviano»

L’avvocato Paniz a nove anni dall’archiviazione delle accuse contro Zornitta: il collante dell’ordigno era russo o americano
UNABOMBER LIGNANO (UDINE) 20000707 20000707 - LIGNANO SABBIADORO (UDINE) - CRO - TUBO-BOMBA: SPIAGGIA PRESIDIATA A LIGNANO - Il tubo bomba che ieri e' scoppiato a Lignano ferendo gravemente una persona . FRANCESCO CALLIGARIS/ANSA/DEF (FRANCESCO CALLIGARIS / )
UNABOMBER LIGNANO (UDINE) 20000707 20000707 - LIGNANO SABBIADORO (UDINE) - CRO - TUBO-BOMBA: SPIAGGIA PRESIDIATA A LIGNANO - Il tubo bomba che ieri e' scoppiato a Lignano ferendo gravemente una persona . FRANCESCO CALLIGARIS/ANSA/DEF (FRANCESCO CALLIGARIS / )

Il vero Unabomber è ancora a piede libero e sarebbe il caso di ricominciare a indagare. Magari sulla pista del militare della base di Aviano.

Lo sostiene l’avvocato Maurizio Paniz, legale dell’ingegnere Elvo Zornitta, residente ad Azzano Decimo, per quasi cinque anni ritenuto il bombarolo che insanguinò il Nordest tra il 1994 e il 2006. Il 2 marzo 2009, il gip di Trieste archiviò ogni accusa nei confronti di Zornitta. Il 6 luglio dello stesso anno il tribunale di Venezia condannò invece a due anni Ezio Zernar, il poliziotto che manomise un lamierino trovato su un ordigno di Unabomber e che avrebbe dovuto incastrare proprio Zornitta.

L’avvocato Maurizio Paniz ha affermato che «uno dei prodotti con i quali il tipo di ordigno era stato assemblato era costituito da una miscela non producibile in Europa ma solo negli Usa o in Russia. È un particolare tipo di collante, diciamo così, ma che in realtà serviva per assemblare il tipo di prodotto che era stato confezionato a mo’ di bomba. Credo che questo particolare avrebbe dovuto indirizzare gli investigatori verso quei Paesi, Usa e Russia, più verosimilmente Stati Uniti se si pensa che proprio vicino al luogo nel quale si verificò la maggior parte degli attentati di Unabomber, vi è una significativa base americana con migliaia di persone: parlo della base di Aviano. E poi il tratto di lamierino sul quale era stata articolata la prova artefatta con cui l’ispettore Ezio Zernar cercò di incastrare Elvo Zornitta era stato misurato non col sistema decimale come il nostro, bensì in un sistema sassone attraverso i pollici; quindi vuol dire che quel prodotto proveniva da uno dei Paesi che usano i pollici come unità di misura, tra cui gli Usa. Fossi stato al posto degli inquirenti avrei indirizzato in quella direzione le indagini, invece di accantonare la pista militare».

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