Cerimonie laiche: c’è un corso di formazione per i celebranti

Tengono i riti di benvenuto (battesimo), unioni civili e funerali non religiosi L’Uaar sta mappando la provincia per reperire sale di commiato pubbliche



Il “benvenuto” (battesimo), l’unione civile o il funerale: se si è agnostici o laici, possono diventare un problema. Così l’Uaar, il circolo di Pordenone dell’unione degli atei e degli agnostici razionalisti, mette a disposizione dei “celebranti”, operatori formati a condurre le «cerimonie uniche».

Il progetto – che si chiama appunto Cerimonie uniche – verrà presentato giovedì alle 20.30 nella sede del circolo Uaar, in via Montello 22, da due celebranti laiche formate, Alessandra Rizzo e Sabina Fresch, via web anche da Liana Moca, responsabile nazionale per l’iniziativa.

«Questo progetto – dice il referente per Pordenone Loris Tissino – si propone di riunire tutti i celebranti laico umanisti, preparati e istruiti da formatori selezionati dall’associazione, affinché possano offrire un servizio di professionalità a chiunque desideri celebrare un momento importante della propria vita». L’obiettivo, aggiunge Liana Moca, è di fare in modo che si costituisca una rete di celebranti laici in grado di intervenire per cerimonie gioiose, come il benvenuto, il matrimonio e l’unione civile, o commoventi come i funerali».

L’Uaar ha curato la formazione di 14 celebranti e sta per avviare un secondo corso che si terrà tra novembre e gennaio.

«Sono affascinata dal tema della morte e nutro da sempre il forte desiderio di dare un nuovo approccio ai momenti finali dell’esistenza. Attraverso una cerimonia di commiato personalizzata desidero dare valore a chi non c’è più, offrire il mio supporto a chi resta affinché possa vivere la perdita della persona cara con serenità e donare la mia vicinanza in un momento di emozione condivisa», dice di lei Sabina Fresch. «Sono counselor e celebrante in Veneto e Friuli Venezia Giuli in veste di volontaria dell’associazione in cui mi occupo di ritualità funeraria laica e di elaborazione del lutto. Credo che occuparsi di morte sia un modo per dare il massimo valore alla vita», sono le parole di Alessandra Rizzo.

A Pordenone Uaar è operativo da un paio d’anni e conta una quarantina di iscritti. «Non fa attività contro la religione – puntualizza il coordinatore – ma perché le istituzioni siano laiche. Per esempio: un sindaco che va a messa, che è credente, non rappresenta un problema. Un sindaco che fa benedire i locali pubblici o che organizza una messa in occasione di una iniziativa civica, sì».

L’associazione promuove “riti” con celebranti che tanto assomigliano alle religioni. «Anche la festa di compleanno è un rito, così come il matrimonio civile», ribatte Tissino. Per un bimbo, ad esempio, al posto del battesimo c’è il rito del benvenuto: «È una possibilità: per i miei non ne sentivo l’esigenza e quindi non l’ho fatto».

Il vero problema è rappresentato dai funerali. «I lutti improvvisi spiazzano. E così, piuttosto che non fare nulla, si fanno i funerali in chiesa anche per quelle persone che non vi hanno mai messo piede. Ecco, noi mettiamo a disposizione dei celebranti laici formati che possono organizzare e tenere la cerimonia».

Uaar sta svolgendo un censimento in tutta la provincia: ai municipi ha chiesto se vi è la disponibilità di una sala del commiato laica pubblica. Quanto costa il celebrante? «Quello formato è indipendente dall’associazione e quindi stabilisce autonomamente il suo compenso». —



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