Cervi e caprioli ora alle porte di Udine

Nel parco del Torre vive da un anno “Bambi” con la sua famiglia. Censiti 70 ungulati e in primavera aumenteranno del 50%

Una settantina di caprioli, sei cinghiali e tre cervi alle porte della città. E accanto a loro, un nutrito gruppo di volpi, lepri e camosci. Vivono nell’hinterland udinese e molti di loro si concentrano lungo il parco del Torre. A gestire l’anagrafe della popolazione faunistica dell’area sono i componenti della Riserva di caccia di Udine che rivelano i dati dei censimento 2012-2013.

«Si tratta di numeri che sono destinati ad aumentare fino al 50 per cento in primavera, visto che si tratta di animali piuttosto prolifici» avverte il direttore della locale Riserva, Silvano Buiatti.

Proprio in questi giorni stanno cominciando le operazioni per il prossimo censimento degli animali selvatici, sempre più numerosi anche nei centri abitati, la maggior parte popola l’area del Torre, dove, accanto a una strada a traffico intenso, vive una famiglia di cervi composta da madre, padre e un fusone (ovvero un animale di circa un anno). I cacciatori della Riserva di Udine lo hanno scoperto poco meno di un anno fa e lo hanno praticamente adottato. Ora “Bambi” è un animale che pesa oltre un quintale e che, nelle sue scorribande giornaliere, rischia quotidianamente un incontro ravvicinato con qualche auto o camion. L’altro ieri è toccato a un capriolo, alle porte dell’abitato di Tavagnacco, informa Buiatti. Nell’impatto con un’auto si è fratturato la zampa ed è stato trasportato al centro di Campoformido, dove sarà curato e sottoposto a un percorso di riabilitazione. Ma i problemi della difficile coesistenza fra traffico automobilistico e fauna selvatica resta. Basta scorrere i dati degli incidenti dello scorso anno in provincia di Udine: 148 con caprioli, uno con camosci, 26 con cervi, 34 con cinghiali, 3 con fagiani, 8 con lepri, uno con tassi e 2 con volpi.

Se poi si tiene conto che l’area del Cormor costituisce una zona altrettanto appetibile per gli animali selvatici e che presenta una popolazione faunistica altrettanto numerosa, ecco che, sia pur con un’ottica diversa, sia cacciatori, sia agricoltori, che automobilisti concordano nella necessità di individuare soluzioni che, pur garantendo la presenza degli animali selvatici, ne minimizzi i rischi.

La Provincia di Udine si è già attivata per adottare un progetto integrato che prevede la collaborazione fra Associazioni venatorie e agricoltori, in ballo non solo i prelievi, ma anche l’utilizzo di dissuasori per contenere la presenza degli ungulati, i cinghiali soprattutto, nelle aree agricole. Il 2 gennaio scorso il nuovo piano faunistico del Friuli Venezia Giulia è stato pubblicato sul bollettino regionale e sono già numerose le osservazioni presentate da enti e associazioni, anche per individuare correttivi.

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