Cervi, lontre e camosci fino al “re” orso bruno: anche il lupo è tornato

Tarvisio, ecco gli abitanti dei boschi: qui ha casa la lince eurasiatica. Dopo cinque secoli riecco fare capolino pure il castoro

La Foresta di Tarvisio è uno scrigno pieno di tesori faunistici. Una delle più spettacolari regioni naturalistiche dell’intero arco alpino. Motivo di questo alto grado di biodiversità è la particolare posizione biogeografica del comprensorio, ma anche l’eccezionale status di conservazione dell’area. 24.000 ha di territorio selvaggio delle Alpi sud-orientali, dove si incrociano Alpi Carniche, Alpi Giulie e Caravanche – dove si incontrano le specie dei Monti Dinarici (Balcani) e delle Alpi. Uno dei più importanti corridoi faunistici.

La Foresta di Tarvisio è unica in Italia ed in Europa – da nessun’altra parte, nemmeno nei tanto evocati paesi nordici, la Scandinavia o il Canada la fauna è così ricca e spettacolare. Impossibile elencare tutte le specie e le meraviglie, a cominciare dai rari e preziosi insetti.

Presenti diverse specie di rettili e anfibi – tra cui per esempio un anfibio anuro dal ventre giallo che assomiglia a un rospo in miniatura e dal simpatico nome scientifico di “Bombina variegata” – in italiano l’ululone dal ventre giallo. I piccoli corsi d’acqua della foresta rappresentano l’ultimo rifugio per il gambero di fiume. Interessante la moltitudine di piccoli roditori e soprattutto la ricchezza di specie di pipistrelli.

Anche l’avifauna è ricca per un ambiente montano. Un esempio della variabilità è dato dalla moltitudine di specie che rappresentano le diverse famiglie, per esempio quella dei picidi, con la presenza del picchio rosso maggiore, del cenerino, del verde, del nero e del tridattilo. Innumerevoli le specie di passeriformi.

Tra i rapaci diurni spicca sicuramente l’aquila reale, incontrastata dominatrice dei cieli e che nidifica nelle pareti rocciose di quasi tutte le valli principali. Fanno la loro comparsa anche uccelli ancora più grandi come gli avvoltoi e sporadicamente anche il più grande uccello volante in Europa, il gipeto, che sfiora i tre metri di apertura alare.

Tra gli affascinanti rapaci notturni, dalla civetta nana a quella capogrosso, dall’allocco al barbagianni e dal gufo comune a quello reale, una peculiarità è data certamente dalla presenza di una specie di nuova comparsa, arrivata dal nord-est europeo, ovvero l’allocco degli urali.

Il simbolo della Foresta di Tarvisio è invece un uccello galliforme, il gallo cedrone. Come i suoi cugini il gallo forcello, la pernice bianca e il francolino, tutti presenti in foresta, appartiene alla famiglia dei tetraonidi e rappresenta un relitto glaciale, ovvero fa parte di specie che dopo il ritiro dei ghiacciai sono sopravvissute solo nelle aree caratterizzate dai climi più rigidi.

Oltre ad altri simpatici rappresentanti tipici della fauna alpina come gli scoiattoli, i ghiri e le marmotte tra i roditori o le lepri comuni e quelle bianche tra i lagomorfi, tra gli animali più importanti della foresta ci sono i grandi erbivori, i cosiddetti ungulati di montagna.

Tutte le specie sono presenti in foresta di Tarvisio. Dal più piccolo, il capriolo, presente con 700-800 capi e che ama frequentare soprattutto i territori ricchi di prati, pascoli e siepi. Insieme al cervo, più numeroso con oltre 1.000 capi, appartiene alla famiglia dei cervidi, caratterizzati dal fatto che solo i maschi portano i palchi.

Nei boschi della Valcanale non manca il cinghiale, che tuttavia in questo territorio impervio non trova proprio il suo habitat ideale per cui i numeri sono bassi e si limitano a un centinaio di capi. Molto più diffusa un’altra specie classica di montagna e con una lunga storia nel Tarvisiano, il camoscio.

Presente con 7-800 capi è il tipico animale che incontriamo in montagna. Dal mantello rossiccio in estate e nero in inverno appartiene alla famiglia dei bovidi in cui sia maschi che femmine portano le corna. Chiude la rassegna degli erbivori lo stambecco.

Estintosi come in gran parte delle Alpi è stato reintrodotto negli anni Settanta e oggi è presente con una bella colonia di diverse centinaia di capi. All’apice della piramide alimentare ci sono i carnivori. E in Foresta di Tarvisio non manca proprio nessuno all’appello.

Tra quelli più piccoli ci sono i mustelidi. Dalla donnola, il rappresentante più piccolo che pesa solo 200 grammi – al più grande, il tasso, dal caratteristico muso striato che arriva a pesare fino a una quindicina di kg. Presente anche l’ermellino dalla caratteristica punta nera della coda e che cambia livrea da marrone in estate e bianca in inverno, la faina e la martora, la puzzola e da una decina d’anni un grande ritorno, la lontra.

Animale affascinante, grande nuotatore dalla pelliccia meravigliosa e un muso simpaticissimo, questa “martora dei fiumi” dalla lunga coda e le zampe palmate, ha ripreso a frequentare i corsi d’acqua del Tarvisiano, compreso il fiume Bartolo che attraversa la città di Tarvisio.

Tra i canidi presente la volpe, sporadica la presenza dello sciacallo dorato e da qualche tempo è tornato anche il lupo. Il re della foresta è certamente l’orso bruno, presente con 4 – 5 esemplari. E tra i felidi sono presenti il gatto selvatico e la lince eurasiatica.

Affascinante felino dalle sembianze esotiche per la sua maculatura, è un superpredatore che arriva ai 30 kg di peso. È oggi uno dei più rari mammiferi italiani e l’unico nucleo del nostro paese vive proprio qui.

Ed infine, come uno dei nuovi simboli della Foresta uno che non sembra centrare più nulla. Dopo che era scomparso dall’Italia per ben 5 secoli – è tornato ed è presente anche il castoro.

Questo grande roditore che arriva a pesare fino a 30 kg – noto come ingegnere naturalistico, immigrato spontaneamente dall’Austria, qui ha costruito la sua diga. Rappresenta per così dire la ciliegina faunistica sulla torta contribuendo così a definire giustamente la Foresta di Tarvisio come la foresta più meravigliosa d’Italia.

*Progetto Lince Italia


 

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