Che cos'è Chi è di scena, la rubrica bisettimanale che svela tutti i segreti del teatro

In questa rubrica (che riprende l'omonimo blog che vedevate pubblicato su questo sito) Fabiana Dallavalle racconta gli spettacoli in scena in regione ma non solo. Ogni appuntamento rivelerà anche il significato di una parola “teatrale”. Coreografo e scenografo non sono sinonimi…per dire. (Qui trovate la prima puntata, parla delle Coefore)
Scena da Come vi piace, Francis Hayman, 1750
Scena da Come vi piace, Francis Hayman, 1750

Tutto il mondo è un palcoscenico, donne e uomini sono solo attori che entrano ed escono dalla scena. Ognuno nella sua vita interpreta molti ruoli e gli atti sono le sette età della vita. Dapprima l'uomo è un bambino che frigna fra le braccia della nutrice, poi uno scolaro lamentoso e svogliato che si incammina verso la scuola a passo di lumaca…

Siamo al II atto, scena VII, della commedia “As you like it” di William Shakespeare.

L’idea di scrivere di teatro, in una rubrica che esce il lunedì, nasce dal desiderio di continuare sulla strada tracciata dal blog omonimo: “Chi è di scena”. (Qui trovate la prima puntata, parla delle Coefore).

In teatro il “chi è di scena”, viene dato dal direttore di scena, che avvisa gli attori, ma anche i ballerini , i musicisti e i cantanti del tempo mancante alla loro entrata in scena. Il direttore conosce a fondo tutti i ruoli tecnici della compagnia (luci, audio, scena, ingresso e uscite degli attori). Solitamente è anche colui che avvisa gli attori del tempo mancante alla loro entrata in scena. Il direttore di scena è inoltre a capo dell'attività artistico-tecnica che si svolge a teatro, in concerto con la regia e la direzione musicale (nel caso dell'opera lirica) o la coreografia (nel caso del balletto).

Per me scrivere “di teatro”, significa non solo raccontarvi gli spettacoli che vedrò, la critica è un bene prezioso, sia per il pubblico ma soprattutto per gli artisti, ma anche provare a svelarvi quanto si nasconde tra le pieghe di una drammaturgia teatrale, e soprattutto mettere in luce quanto il teatro sia lo specchio del tempo, di ogni tempo. Perché sul palcoscenico e in platea si vive una dimensione rituale che raramente ci è data nella realtà di tutti i giorni e perché la letteratura teatrale è un patrimonio con una storia antica come l’uomo ed è troppo poco frequentata. 

Molti anni fa un giornalista chiese a Nelson Mandela: “Come fa a conoscere così bene l’animo umano nonostante abbia passato gran parte della sua vita in prigione”? E Mandela rispose: “Ho letto tutto Shakespeare”.

Il teatro è stato la mia seconda casa per quarant’anni. Non potevo che laurearmi in storia del teatro a Trieste con una tesi su una straordinaria coreografa, Pina Baush.

Sono iscritta all’albo dei giornalisti dal 2010. Confesso di amare gli autori greci, follemente. Le tragedie classiche sono scrigni che custodiscono la filosofia, la democrazia, l’etica. E ovviamente amo Shakespeare, il poeta, l’inventore di parole che prima di lui non esistevano, e Ibsen, Pirandello, Cechov, non avete idea, quanto di tutti noi, mettano in scena. Scriverò di loro e degli altri.

Alla fine di ogni pezzo metterò anche il significato di una parola “teatrale”. Coreografo e scenografo non sono sinonimi…per dire

P.S. Devo avvisarvi però, la passione per il teatro, è contagiosa.

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