Che differenza c’è tra epidemia, pandemia, sporadicità?

La spiegazione dell’Istituto superiore di sanità

ROMA. In base alla suscettibilità della popolazione e alla circolazione del germe - scrive l'Istituto superiore di sanità - una malattia infettiva può manifestarsi in una popolazione in forma epidemica, endemica o sporadica.

EPIDEMIA. Si verifica quando un soggetto ammalato contagia più di una persona e il numero dei casi di malattia aumenta rapidamente in breve tempo. L'infezione si diffonde, dunque, in una popolazione costituita da un numero sufficiente di soggetti suscettibili. Spesso si riferisce al termine di epidemia con un aumento del numero dei casi oltre l'atteso in un particolare area e in uno specifico intervallo temporale. Le epidemie, spiega sempre Jones, sono considerate tali caso per caso. Per comprendere meglio, vengono considerati due esempi: Hiv e febbre tifoide.

L'Hiv è chiaramente una malattia diffusa ma - continua Jones - non è necessariamente un'epidemia negli Stati Uniti in questo momento. «Dal momento che ci sono stati 50 mila nuovi casi di Hiv ogni anno negli Stati Uniti, e questo numero è stato abbastanza stabile per decenni, non c'e' davvero un'epidemia di Hiv perchè è il numero previsto di casi». La febbre tifoide, d'altra parte, fece ammalare 51 persone a Long Island nel 1906. E' un numero estremamente piccolo, relativamente parlando, ma all'epoca e in quella specifica area, 51 casi di febbre tifoide erano un picco abbastanza drammatico da essere considerato un'epidemia.

ENDEMIA. Una malattia si considera endemica quando l'agente responsabile e' stabilmente presente e circola nella popolazione, manifestandosi con un numero di casi piu' o meno elevato ma uniformemente distribuito nel tempo.

SPORADICITÀ Il caso sporadico - scrive l'Iss - è quello che si manifesta in una popolazione in cui una certa malattia non è stabilmente presente. Tuttavia, alcune malattie infettive non contagiose, abitualmente sporadiche (come il tetano), sono causate da microrganismi stabilmente presenti nel territorio. In questi casi, i germi sono confinati nei loro serbatoi naturali e solo eccezionalmente penetrano in un ospite umano dando luogo alla malattia.

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