Chef friulano porta in Brasile la sua cucina vegetariana

Spilimbergo, Davide Larise scriverà anche un manuale assieme al suo maestro Pietro Leeman. Ma il sogno nel cassetto è quello di aprire un proprio ristorante a Trieste

SPILIMBERGO. Da Spilimbergo al Brasile, passando per Parma e Milano, con un obiettivo: quando i tempi saranno maturi per «camminare sulle proprie gambe», tornare in Friuli Venezia Giulia e avviare una propria attività.

È la storia di Davide Larise, 37 anni, un diploma di mosaicista alle spalle e oggi uno degli chef più quotati, apprezzati e ricercati nel panorama della cucina italiana e non soltanto. Una storia singolare quella di Davide, classe 1980, nato e cresciuto nella città del mosaico.



Diplomato alla Scuola mosaicisti del Friuli, desideroso come molti ragazzi della sua età di provare nuove esperienze lontano da casa, la svolta per Larise è arrivata nell’estate di qualche anno fa, con la decisione di iscriversi all’Alma, la scuola internazionale di cucina italiana fondata a Colorno, in provincia di Parma, da Gualtiero Marchesi.

Quanto basta per spalancargli le porte del mondo del lavoro. Nel suo caso, da convertito al vegetarianesimo dopo la lettura del libro “Dilemma dell’onnivoro” di Michael Pollan, le più prestigiosi possibili: nel 2014 si sono aperte per lui le porte del Joia di Milano, l’unico ristorante vegetariano stellato in Europa, dove ha lavorato negli ultimi anni da apprezzato sous-chef al fianco del maestro Pietro Leeman, con un breve intermezzo da responsabile della cucina dell’hotel Raphael a Roma.

Qualche settimana fa l’idea di cambiare. «Quando si fa un lavoro come questo, la voglia di migliorarsi e al tempo stesso di accettare nuove sfide e mettersi in gioco è tanta», chiarisce lo chef spilimberghese.

Determinante, in questo senso, l’incontro avvenuto proprio a Milano, nei primi mesi del 2017, con una chef nutrizionista brasiliana nata e cresciuta a San Paolo, ma di origini friulane, di passaggio al Joia per uno stage.

«L’incontro con Nadia ha fatto scattare in me nuovamente la passione per il Brasile, dove in passato avevo trascorso un periodo di vacanze, e, viste le opportunità palesate da Nadia, è scaturita l’idea di fare corsi di cucina italiana vegetariana.

Già nell’estate dello scorso anno ho tenuto per una decina di giorni corsi di cucina italiana vegetariana a San Paolo. Ad aprile di quest’anno questa opportunità mi si è ripresentata e così, dopo avere preso la decisione di terminare il periodo lavorativo al Joia, ho preso la palla al balzo e, da aprile, sto proponendo corsi in centri di formazione per aspiranti cuochi fra San Paolo, Salvador e Natal, cucinando in occasione di alcune cene in ristoranti delle tre città», sottolinea Larise che, a inizio giugno, tornerà in patria.

«Chiusa l’esprienza al Joia e con Leeman con cui ho mantenuto un ottimo rapporto tanto che, a quattro mani, scriveremo un manuale di cucina vegetariana, proseguirò nelle mie docenze di pasticceria vegana per l’Italian food academy», prosegue Larise, che un sogno nel cassetto l’ha già.

«L’idea sarebbe quella di aprire un locale tutto mio in Friuli Venezia Giulia, ovviamente un locale vegano, che possa essere qualcosa di inedito per la nostra regione».

Sulla location non ha dubbi. «Pur essendo innamorato di Spilimbergo, che è sempre nei miei pensieri e nel mio cuore, penso che la città che fa al caso mio possa essere Trieste», conclude lo chef mosaicista.

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