Chi è pronto a lasciare e chi è in corsa per il bis: così gli assessori regionali si preparano al 2023
Anche in caso di vittoria di Fedriga gli equilibri politici interni comporteranno cambiamenti nella futura giunta
Per la prima volta dall’elezione diretta in Regione, erano i primi anni Duemila, il Friuli Venezia Giulia potrebbe vedere la conferma del presidente in carica. Così suggeriscono il consenso dell’uscente, Massimiliano Fedriga, e le difficoltà di un’opposizione divisa, con il “campo largo” proposto dal Pd che pare più un sogno che un progetto.
Dovesse toccare ancora a Fedriga, tuttavia, i pesi di forza a centrodestra saranno non poco diversi. Con inevitabili conseguenze sulla composizione della giunta.
Nel 2018, con la Lega trainata dall’effetto Salvini al 35% alle regionali Fvg, gli eletti padani furono 17, quelli di Fratelli d’Italia due. Nella primavera del 2023 il quadro cambierà. FdI viaggerà con la spinta del governo Meloni, la Lega cercherà di contenere la crisi emersa nelle ultime tornate elettorali, Fedriga si presenterà con una lista personale, ed è certo che ne sceglierà i candidati personalmente, con la massima attenzione.
I conti, nel caso di vittoria, si faranno a urne chiuse, ma è sin d’ora verosimile che a occupare più posti in giunta saranno gli eletti sotto il cappello del presidente e i meloniani. Con una conseguente mini rivoluzione in giunta.
Chi se ne andrà? Di sicuro Tiziana Gibelli, assessore alla Cultura e Sport che da tempo ha annunciato l’addio (che sarebbe tra l’altro avvenuto prima, già a fine 2020, non ci fosse stata la pandemia), e forse, a sentire le sue parole, pure Riccardo Riccardi, il vicepresidente che apre ad altre ipotesi (vedi intervista qui a sinistra).
Tutti gli altri, al momento, spiegano di essere invece «a disposizione». Del partito che li candida e del presidente uscente. Soddisfatti del lavoro fatto e di un’eventuale nuova chiamata per lavorare con le stesse deleghe.
Lo dice Pierpaolo Roberti, assessore alle Autonomie locali, Funzione pubblica, Sicurezza e Immigrazione, con totale convinzione: «Sono molto orgoglioso di quanto siamo riusciti a fare, anche se qualcosa manca ancora e potrà essere completato nella prossima legislatura. Se sarà possibile farlo, sono pronto a continuare».
Roberti sottolinea in particolare il rafforzamento della specialitàdel Friuli Venezia Giulia «grazie ai nuovi patti con Roma che ci hanno consentito di varare il sistema integrato di finanza pubblica» e, dopo quella sui tributi, guarda a nuove competenze.
«Abbiamo in corso una scommessa importante sui segretari comunali, con una norma abbozzata, ma rimasta incagliata al ministero dell’Interno, e puntiamo poi a provvedimenti di minore portata per gli enti locali, ma che ci consentirebbero di gestire meglio le autonomie».
«È stata un’esperienza straordinaria e che mi ha permesso di imparare moltissimo», dice da parte sua Barbara Zilli, assessore alle Finanze. Un futuro con lo stesso incarico? «Era un settore inizialmente non nelle mie corde, ma se oggi il presidente mi chiedesse di ripetermi nello stesso ruolo sarei felicissima».
Così anche Sergio Bini, che sottolinea come le Attività produttive «rappresentano il mio mondo». L’imprenditore friulano parla di «cinque anni difficili alle spalle, non ordinari, ma stimolanti e che mi hanno arricchito da un punto di vista professionale e umano», ma, prima dell’obiettivo personale, guarda al bis di Fedriga: «Dobbiamo fare in modo che torni a essere governatore».
«A disposizione» si dicono pure Alessia Rosolen, Sebastiano Callari e Stefano Zannier. L’assessore a Lavoro, Formazione, Istruzione, Ricerca, Università e Famiglia dichiara di avere avuto «l’onore di essere scelta per occuparmi di deleghe che parlano di futuro e di comunità.
Compatibilmente con i tempi molto difficili che abbiamo vissuto – prosegue – ho cercato di dare un’impronta forte e identitaria su tutte le tematiche, consapevole che il lavoro da fare fosse, e rimanga, molto. Futuro? Chiunque scelga di tracciare una strada vorrebbe percorrerla fino alla fine».
«Ho sentito il peso della carica, la pressione del lavoro, la soddisfazione di sentirmi utile – aggiunge Callari, assessore al Patrimonio, Demanio, Servizi generali e Sistemi informativi –. Un secondo mandato? Non sono attaccato alla poltrona, anche perché non sono un politico di professione.
Ma se Fedriga mi richiamasse, come ha fatto nel 2018, gli risponderei di sì. Per questo o per altri incarichi». «Perché negarlo – dice Zannier, titolare dell’Agricoltura –. Senz’altro replicherei una delega che mi piace».
Ad avere probabilmente più chance di tutti di ritrovarsi in campo tra qualche mese è Fabio Scoccimarro, unico esponente di FdI nell’attuale giunta: «Sono a disposizione del partito. Tornerei volentieri a fare l'assessore all'Ambiente ed Energia, per continuare quanto avviato in questi cinque anni in un assessorato strategico. Ma sono anche pronto a nuove sfide e deleghe».
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