Chiara, ricercatrice alla “Hertziana” torna alla Superiore in veste di docente

Il 17 febbraio terrà una conferenza al Toppo Wassermann Tra le prime allieve a Udine, racconta il suo iter professionale 

«Fare ricerca è il mio maggior desiderio professionale e la mia priorità». Ha sempre avuto le idee chiare Giorgia Gastaldon, ricercatrice alla Bibliotheca Hertziana, prestigiosa istituzione romana dedicata alla storia dell’arte. Idee chiare fin dalla scelta del percorso universitario. Giorgia è stata una delle prime allieve della Scuola superiore, l’istituto d’eccellenza dell'ateneo friulano, dove tornerà il 17 febbraio in qualità di docente. Alle 16, a palazzo Garzolini di Toppo Wassermann, Giorgia incontrerà gli studenti della Scuola proponendo una conferenza dal titolo “Scritture femminili e femministe”. L’evento sarà aperto a tutti e sarà la prima volta in cui un ex allievo si siederà dall’altra parte della cattedra. «Sento un senso di restituzione che mi rende molto felice di questo ritorno – confessa Giorgia –. La Scuola superiore mi ha dato davvero tanto e spero di cuore di poter contraccambiare e sdebitarmi».Dopo la laurea magistrale in storia dell’arte, Giorgia ha seguito un percorso di alto livello: «Ho conseguito il dottorato nel 2014, da quel momento in poi sono stata titolare di diverse borse di studio, tra assegni all’università e fellowship in istituti di ricerca, nazionali e internazionali, fino ad approdare alla Bibliotheca Hertziana dove sono ricercatrice post-doc dal 2017». A Roma Giorgia studia l’arte femminile nell’Italia degli anni Sessanta, con un’attenzione particolare all’identità visiva e di genere. Le sue competenze l’han portata a collaborare alla curatela di una delle prossime mostre del Museo del Novecento di Milano: dedicata alla pittrice Carla Accardi, verrà inaugurata il 27 marzo.

Un percorso simile non sarebbe stato possibile senza gli anni trascorsi a Udine. «La Superiore ha avuto per me un ruolo fondamentale nella determinazione del mio percorso lavorativo – racconta Giorgia – soprattutto in termini di metodo. La spinta a frequentare, fin da subito, corsi interdisciplinari mi ha certamente aiutata molto nello sviluppo di quel pensiero critico che è base in qualsiasi attività di ricerca». Anche le tesine semestrali che gli allievi della Scuola sono chiamati a realizzare hanno avuto un peso importante: «Mi han dato la possibilità di sviluppare un metodo concreto e solido, che mi ha resa più preparata di fronte alle sfide di una tesi di laurea o di dottorato e alla redazione di articoli scientifici».

Cinque anni, quelli trascorsi alla Scuola, fatti di studio, ma anche di vita comunitaria: «Se ripenso al periodo trascorso alla Superiore ho solo ricordi belli e positivi, l’eredità più preziosa per me sono ancora oggi le persone che ho incontrato strada facendo. Con i miei compagni di allora ho costruito rapporti indissolubili che sopravvivono anche alla lontananza dei luoghi in cui ci ha portato la “vita da adulti”. Una di loro è ancora oggi la mia migliore amica, nonché mia testimone di nozze».

Dopo dieci anni trascorsi nel mondo accademico, Giorgia ha maturato una buona dose d’esperienza. Dunque non può mancare un consiglio a chi, come tanti studenti dell’Ateneo friulano, aspira a far carriera nell’università: «Non temere di chiedere aiuto a chi c’è già passato: il confronto può essere utilissimo perché le cose cambiano radicalmente di generazione in generazione e si può così avere un punto di vista aggiornato senza rischiare nulla. Poi tanto studio e umiltà, occhi e orecchie aperte al confronto e alla contaminazione, viaggiare e studiare all’estero il più possibile, imparare le lingue. A volte la chiave sta proprio nelle “cose ovvie”». —

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