Chinatown s’allarga ai negozi di sartoria

Ennesima frontiera dell’imprenditoria straniera in città Servizio low cost in via Cavalleria. «Puntiamo ad ampliarci»

Pordenone-Chinatown in via Cavalleria: strada a forte tasso multietnico e la prima sartoria cinese di Ji Yang abita qui. Servizio take-away, per chi ha fretta, tariffario trasparente e per tutte le tasche. «Al massimo aspetti tre giorni per un lavoro importante – dice l’impresaria con gli occhi a mandorla -. Se c’è la possibilità facciamo tutto subito».

Macchina da cucire in vetrina e il ticket non è un problema: 3 euro per l’orlo, quello invisibile costa 5 euro e il cambio cerniera per un giubbotto sale a 14 euro. I primi clienti sono stati marocchini immigrati, con l’orlo dei pantaloni sceso. «La sartoria confezione anche abiti nuovi tranne i vestiti da sposa, per il momento – spiega la famiglia che arriva da Ancona ma ha radici a Fujian nella Cina del Sud -. Vendiamo anche vestiti se qualche cliente lo chiede, a buoni prezzi».

Domenica chiuso («Non siamo stakanovisti» scherza Ji) e dal lunedì al sabato, si cuce a mano e a macchina. L’idea è quella di sperimentare l’impatto, per allargare il business sartoriale nei quartieri di Pordenone. «Un vecchio mestiere – dicono i cinesi – che torna utile. La crisi lancia le botteghe etniche: accanto ai cinesi-sarti va forte l’hair-style etnico».

L’afro-parrucchiere “Chez Jamie” rilancia il brio del marketing afro-europeo. Boom di clienti, che transitano dall’internet-point a gestione africana, di fronte al coiffeur per uomo, donna e bambino. La tendenza: gli imprenditori stranieri si smarcano dal mono-business dei food etnici, che pure non abbassano la serracinesca: in viale Montereale c’è il bazar alimentare e in via Selvatico il mondo è a colori multietnici.

«I miei clienti? Lavoro con italiani, marocchini, africani dagli anni di Padova – ha spiegato Giulio Lacombe il titolare - dove avevo un hair-shop». Il primo segreto sono i prezzi: bassi. Un taglio costa da 7 a 10 euro e una piega fino al massimo di 15 euro, se ci sono le treccine o l’extra della testa rasta. Una barba 5 euro. «Listino prezzi adeguato alla crisi – ha spiegato Giulio – perché tanti clienti sono disoccupati o cassintegrati».

Il secondo segreto sono gli orari: dalle 9,30 alle 19,30 non stop e niente ferie. Il servizio è fast: niente code e ci si sbriga in pochi minuti, volendo come nella sartoria cinese a fianco. «I cinesi si faranno avanti aggiungendo massaggi e cure estetiche – dicono dall’associazione immigrati – nel mercato a Pordenone e in tutta laprovincia».

Chiara Benotti

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