Chirurgia vascolare, Vettorello in corsa

La commissione di esperti non lo aveva considerato idoneo a concorrere per il posto di direttore di chirurgia vascolare al Santa Maria della Misericordia di Udine, ma Gianfranco Vettorello non si è arreso e, assistito dall’avvocato Roberto Paviotti, ha “costretto” l’ospedale a inserirlo nella rosa dei candidati.
Il giudice del lavoro del Tribunale di Udine, Giuliano Berardi, ha infatti accolto il ricorso di Vettorello condannando l’Azienda ospedaliero universitaria a rifondere anche le spese del procedimento oltre a riammettere Vettorello. Il direttore generale Carlo Favaretti potrà quindi decidere a chi affidare l’incarico quinquennale ricoperto temporaneamente da Nevio Gonano dopo che il dottor Luigi Monzon è andato in pensione.
«Questa ordinanza - spiega l’avvocato Paviotti - è importante non soltanto per Vettorello, ma per tutti i professionisti che prestano servizio in piccoli ospedali. Il dottor Vettorello è un affermato chirurgo vascolare con un prestigioso curriculum, solo che lavora a Tolmezzo dove non c’è un reparto autonomo di chirurgia vascolare». Tra i requisiti richiesti per l’ammissione al bando, oltre alla specializzazione in chirurgia vascolare, era richeista un’anzianità di servizio di almeno sette anni di cui cinque nella specifica disciplina. E proprio sulla base di questo Vettorello era stato tagliato fuori. «Ma lui – specifica l’avvocato – è da dieci anni responsabile della chirurgia vascolare all’Azienda sanitaria 3 di Tolmezzo, dove non esiste un reparto autonomo: chirurgia vascolare è infatti all’interno della Soc di chirurgia generale, ma ha un reparto di degenza, ambulatori, impianti e uno specifico budget, sia pur nell’ambito di quello assegnato alla Chirurgia generale».
Da qui la richiesta che anche Vettorello figuri tra i nomi della persone chiamate al colloquio valutativo. «Un’esclusione del genere – argomenta Paviotti – sarebbe stata pregiudiziale anche per altri eventuali concorsi del mio assistito mentre è importante che i medici vengano valutati per l’effettivo lavoro che hanno svolto». (c.r.)
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