Chiude il Mercatone Uno: «È la fine»

Dal 15 giugno 28 punti vendita abbasseranno le serrande, fra loro anche quello di Reana del Rojale. A casa 40 dipendenti
Di Maura Delle Case
Reana 28 marzo 2015 Sciopero dei dipendenti del Mercatone Uno. Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone
Reana 28 marzo 2015 Sciopero dei dipendenti del Mercatone Uno. Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone

REANA DEL ROJALE. Il termine esatto è “sospensione”, ma i lavoratori del punto vendita di Reana del Rojale la vivono come una condanna a morte. Dal prossimo 15 giugno, 28 punti vendita del gruppo Mercatone Uno abbasseranno le serrande. Compreso il negozio friulano. Finito nella lista nera dei 35 punti vendita chiamati, mesi fa, a una campagna promozionale “fuori tutto” più che sospetta, è stato inserito anche nell’ultimo, temuto, elenco che a Reana è arrivato ieri. Non è stata una sorpresa.

I 40 lavoratori da settimane ormai sono costretti a fare i conti con un negozio quasi completamente svuotato, consci dell’impossibilità di andare avanti così ancora a lungo. A spegnere anche l’ultima, remota, speranza ci ha pensato ieri un’email inviata dai tre commissari straordinari nominati dal Ministero. «Un’email – spiega la lavoratrice Patrizia Tremul – in cui si elencano i 28 punti vendita che chiuderanno a partire dal prossimo 15 giugno. Si parla di una chiusura temporanea, ma così ci uccidono, non c’è alcuna garanzia di riapertura». La voce trema. Tra rabbia, preoccupazione, incredulità. E stanchezza. Sono ormai mesi che Tremul assieme ai colleghi si batte in difesa del posto di lavoro e di un negozio che sente come un figlio.

«L’abbiamo tirato su noi», aveva raccontato all’inizio di questa vertenza. Quando c’era ancora Pierluigi Bernasconi, l’ex amministratore delegato (licenziato due giorni fa), con cui prendersela. Quando la speranza di farcela era ancora a portata di mano. Non che oggi sia svanita. Nella voce della signora Tremul una sfumatura battagliera si sente ancora. Deve però fare i conti con una chiusura temporanea che per la forza lavoro purtroppo ha invece un sapore definitivo. «Non riusciamo a capire perché da 35 siamo passati a 28. In base a cosa i commissari hanno deciso di salvare 6 negozi. È vero – ammette – si parla solo di sospensione, ma ripeto, garanzie non ce n’è. L’unica certezza è che dal 15 saremo tutti a casa in cassa integrazione straordinaria. Poi si vedrà». Nell’email, i commissari ipotizzano la riapertura dei negozi nei prossimi mesi, in coerenza con il piano di rilancio. Il problema è tutto finanziario. «Non ci sono i soldi per acquistare la merce – ricorda Tremul –, da qui ai prossimi mesi il tentativo che dovranno fare i commissari sarà quello di accedere a garanzie statali per beneficiare di nuovo credito». Il 30 giugno intanto scadrà il termine utile per la presentazione delle manifestazioni d’interesse. La vertenza in regione interessa tre negozi – a Monfalcone e Sacile oltre che a Reana del Rojale – per oltre 100 dipendenti. Condannato al temporaneo abbassamento delle serrande è però solo il punto vendita friulano. «Un’ingiustizia - ribadisce la lavoratrice -. Siamo in queste condizioni per scelte sbagliate del vecchio management che dovrebbe pagare al posto nostro. Il punto vendita ha sempre chiuso in attivo, a differenza di altri che non abbasseranno le serrande e che pure hanno conti ben peggiori dei nostri». Rimostranze, spiegazioni, richieste d’aiuto quelle di Tremul che ieri sono state rivolte anche al portavoce del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale, Cristian Sergo, («l’unico che si è interessato della nostra situazione»). Una manciata di giorni fa aveva dato l’allarme denunciando il rischio di chiusura per il negozio di Reana, allarme che ieri si è puntualmente tradotto in realtà.

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