Chiude la caserma Tarvisio senza alpini

La “Lamarmora” sarà abbandonata dai militari. L’appello del sindaco: subito la riconversione per rilanciare la città

TARVISIO. «Apprendiamo con sorpresa, sebbene le voci si rincorressero da tempo tra gli addetti ai lavori, che la gloriosa Caserma Lamarmora presto chiuderà definitivamente, ponendo fine alle poche attività che erano ancora svolte dagli alpini lì presenti. - annuncia a malincuore il sindaco Renato Carlantoni -. Sono già state avviate le attività di sgombero dei materiali e le operazioni per la chiusura dell’edificio. È una notizia che colpisce per la repentinità della decisione, ma che di fatto ci si aspettava, in quanto da molti anni nella caserma c’era solo un presidio dei militari e spesso vi si ospitavano attività di addestramento degli stessi». Un pezzo importante di storia della Valcanale verrà così archiviato a breve.

«Premesso questo – aggiunge Carlantoni -, bisogna essere realisti e cercare, in questo momento di passaggio da una caserma attiva a una dismessa (il complesso passerà al Demanio), di trovare i canali giusti per una pronta riconversione di un’area che è prospiciente a tutto il demanio sciabile del capoluogo della Valcanale, con 100 mila mq di terreno a disposizione e cubature già esistenti in palazzi e immobili annessi. È da anni che tentiamo di parlare di una riconversione di caserme già abbandonate, tra cui la Kegamot di Camporosso».

Questa volta, però, si cerca di anticipare i tempi e per questo il sindaco ha scritto alla presidente Serracchiani affinchè nella Commissione Paritetica si definisca il passaggio di proprietà della Caserma per avere una disponibilità delle aree e un interlocutore sicuro per addivenire a una forma di riconversione in chiave turistica. «Di questo – spiega il primo cittadino - ho parlato più volte con il generale Ignazio Gamba, comandante della Brigata alpina Julia, nel quale ho trovato un interlocutore disponibile e convinto della necessità di una riqualificazione, che potrebbe prevedere anche un centro addestrativo delle truppe alpine, come già esiste a Moena, Corvara e in altre località dell’Alto Adige, continuando a garantire la presenza degli alpini che, rammento, sono cittadini onorari del nostro Comune, e permettendo agli edifici di essere ancora fruibili dalla comunità, dando una svolta alla ricettività del paese».

Ora si sta attendendo una risposta per questo progetto che è condiviso dal Comune e dalla Brigata Jiulia, ma che finora non era attuabile, perché la caserma era ancora attiva e poi perché il piano economico non stava in piedi per l’elevato valore di vendita dato immobile. «La soluzione, invece – precisa Carlantoni - è un passaggio gratuito dell’immobile, per attrarre investitori e per creare economia con la riconversione, ma soprattutto per evitare l’ennesimo abbandono di un immobile da parte dello Stato. E per un’azione di coordinamento, anche di regia operativa, mi ha dato la propria disponibilità, la neo presidente di Mediocredito Compagno, durante un incontro all’Anci».

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