Chiude l’asilo nido di Feletto in difficoltà oltre trenta famiglie

Margherita Terasso
/ TAVAGNACCO
«È con sincero dispiacere che la direzione di Itaca comunica di trovarsi nelle condizioni di dover chiudere il servizio Ipponido a partire dal 31 agosto»: comincia così la lettera che la ditta che gestisce l’asilo nido privato di via Alpe Adria a Feletto Umberto ha inviato ai genitori dei piccoli iscritti (bambini fino a 3 anni).
Una doccia gelata per le famiglie – quelle dei 24 bimbi già frequentanti, quelle dei 9 nuovi iscritti per settembre, ma anche quelle che avevano soltanto preso contatto – che adesso si trovano nella situazione di dover individuare un altro istituto senza però conoscere il futuro dei servizi educativi. Regna ancora l’incertezza, infatti, attorno a questo mondo.
A Tavagnacco restano in attività altri tre nidi privati (La casa di Tippete, Mà-pà-mondo e Spazio gioco kiki) e uno comunale (Bruconido).
La lettera prosegue con la spiegazione dei motivi che hanno costretto la cooperativa ad arrivare a questa scelta. «Nonostante l’impegno per sviluppare il servizio al meglio, abbiamo dovuto fare i conti con l’impattante difficoltà di garantire l’equilibrio economico della gestione dello stesso – spiega la presidente di Itaca, Orietta Antonini –, chiudendo ogni anno l’esercizio di bilancio in negativo nonostante le contribuzioni erogate dalla Regione in favore degli enti gestori a parziale contenimento delle perdite. Si parla di un deficit importante, superiore a 60 mila euro l’anno».
Gli sforzi per resistere non sono mancati: «Abbiamo tentato fino a dieci giorni fa di trovare strade alternative per recuperare la situazione, ma l’emergenza Covid-19 non ci ha consentito di proseguire», sottolinea ancora Antonini.
La diffusione del virus ha peggiorato le cose e «ha indotto la cooperativa ad avviare una trattativa con il proprietario dell’immobile per vagliare una possibile riduzione dei pesanti costi di affitto e a confrontarsi con l’amministrazione comunale al fine di valutare alternative per un eventuale trasferimento dell’attività in spazi con costi più contenuti».
Gli esiti sono stati negativi e la cooperativa ha deciso di chiudere, arrivando a una scelta «davvero molto sofferta».
Se per le educatrici – cinque in totale – si valuterà la ricollocazione all’interno di altri servizi («Ma dobbiamo capire cosa accadrà alla riapertura di questi servizi a settembre»), saranno le famiglie a doversi rimboccare le maniche per capire come affrontare i prossimi mesi.
«Ci è stato detto di attivarci nell’individuazione di altri servizi nido presenti sul territorio, ma non ci è stata data altra indicazione – commentano sconcertati i genitori –. È chiaro che in questa situazione nessuno sa che cosa potrà poi accadere a settembre. Molti nidi, per questo, non accettano nemmeno nuove iscrizioni».
Le perplessità sono tante. «Come facciamo ora – domandano i genitori –? Molte mamme pronte a tornare a lavoro a tempo pieno saranno viceversa costrette a lasciare il loro posto per seguire i propri figli in assenza del servizio».
Il sindaco di Tavagnacco, Moreno Lirutti, commenta così: «Purtroppo non abbiamo stabili a disposizione, ma cercheremo di capire come fare e ci stiamo organizzando per trovare ipotesi alternative per dare una mano alle famiglie». —
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