Chiudono 5 profumerie Douglas restano a casa 17 dipendenti

Il gruppo Douglas Italia si prepara a disinvestire sul Fvg dove da qui a fine anno abbasserà in via definitiva la serranda a 5 punti vendita su 17. Il primo a onor del vero è già stato chiuso. E non si tratta di un negozio qualunque ma della grande e frequentata profumeria Douglas (già Limoni) all’interno del città Fiera di Martignacco dove l’attività è cessata lo scorso 14 febbraio, decisione comunicata, con una manciata di giorni d’anticipo alle 5 dipendenti, ritrovate a casa “dall’oggi al domani”.
Un destino simile attende ora gli altri 4 punti vendita che Douglas ha deciso di chiudere in Fvg e ai loro 17 dipendenti: la profumeria di Cervignano chiuderà il 15 maggio, quella del centro commerciale Torri d’Europa di Trieste il 26 giugno, quella delle Manifatture di Gemona il 16 agosto per finire il 16 dicembre, a un passo dal Natale, con lo storico negozio di via Rialto, in centro a Udine. «Abbiamo appreso dalla stampa specializzata l’intenzione della catena di profumerie Douglas di avviare un severo piano di ristrutturazione in Europa, intento confermato poi durante l’incontro, a livello nazionale, con la direzione italiana che ci ha annunciato l’intenzione di chiudere 128 negozi sull’intero territorio nazionale entro giugno 2022 di cui 5 nella nostra regione» spiega Sandra Bortuzzo di Filcams Cgil Udine.
In una nota stampa il Coordinamento delle strutture e delle delegate della Filcams Cgil del Friuli Venezia Giulia, convocato in sessione permanente, denuncia «la grave irresponsabilità, nelle forme e nella sostanza, del progetto di riorganizzazione aziendale, progetto industriale non presentato alle organizzazioni sindacali e che ad oggi consisterebbe unicamente nella chiusura dei punti vendita, nella perdita di posti di lavoro, nell’impoverimento ulteriore di un’ economia territoriale».
Allo scuro del piano non erano solo i sindacati, ma anche i lavoratori. A partire dalle 5 in forze alla profumeria del centro commerciale di Martignacco come racconta ancora Bortuzzo. «L’area manager ha comunicato loro che avrebbero chiuso la settimana successiva – dichiara –. Due lavoratrici hanno contratti a termine che scadono a fine mese, tre sono invece a tempo indeterminato e stanno usufruendo della cassa in deroga. Si tratta di persone che hanno dato tantissimo a quest’azienda, che nell’ultimo periodo si sono sobbarcate anche la pulizia dei negozi e hanno fatto fronte a turni da sole». La motivazione accampata dall’azienda per spiegare la decisione di chiudere è la contrazione del fatturato. «Che però viene calcolata tra 2020 e 2019, in modo dunque improprio, considerato che l’anno passato è un anno con tutta evidenza straordinario (in negativo) e che come tale non può esser preso come base per un decisione di questo tipo a meno che non sia pretestuosa. Non vediamo infatti alcuna strategia – conclude la sindacalista –, ma ne chiederemo conto al tavolo che abbiamo già domandato al Mise». —
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