Chiuso lo sportello bancario scintille opposizione-sindaco

PRECENICCO
Con l’inizio dell’anno ha chiuso l’unico sportello bancario in paese, i cui servizi sono stati concentrati nella sede di Palazzolo dello Stella, mantenendo su Precenicco il bancomat. «Ancora l’anno scorso era stata presa la decisione di concentrare tutti i servizi alla clientela nella filiale di Palazzolo dello Stella, che dista meno di tre chilometri da Precenicco – spiega il direttore regionale di Crédit Agricole FriulAdria, Massimo Ritella –, nei mesi scorsi abbiamo tenuto aperto lo sportello di Precenicco qualche mattina, con un solo collega addetto alle operazioni di cassa, per accompagnare il trasferimento dei rapporti verso la filiale più strutturata e centrale di Palazzolo, dove operano sette colleghi». Nell’ultimo anno, caratterizzato dalla pandemia, anche FriulAdria ha scelto di rafforzare i servizi di banca a distanza (home e mobile banking, piattaforme dedicate) e la stessa filiale di Palazzolo dello Stella ha un’area self per operare 24 ore su 24.
«La chiusura dell’unico sportello bancario sul territorio – commenta il consigliere della Lista per Precenicco, Giuseppe Napoli, che ricorda di essere stato sindaco nel 1991 quando l’allora banca popolare di Latisana, poi diventata FriulAdria, decise di aprire un’agenzia – sta suscitando disappunto fra i cittadini. Scelta aziendale ma anche la conseguenza di un’attenzione insufficiente da parte di chi avrebbe potuto rappresentare, con più forza e adeguata convinzione, le esigenze della cittadinanza – aggiunge Napoli –. Quando si abbassa la saracinesca nei nostri piccoli paesi è sempre un segnale preoccupante».
«Dal 2018, dopo alcuni incontri, è emersa la chiara volontà di chiudere lo sportello non più remunerativo a seguito della digitalizzazione delle operazioni e la forte automazione delle filiali – commenta il sindaco di Precenicco, Andrea De Nicolò – e si è riusciti a mantenere lo sportello nel 2020 grazie al servizio di tesoreria comunale. Quanto alle chiusure delle attività, il fenomeno ha radici ben più profonde come ricorda bene la cittadinanza, che si articolano fin dai primi anni ’90 con la chiusura di almeno una decina di attività economiche. Ed è del tutto anacronistico paragonare la situazione generale del 1991 con il 2021, significherebbe far finta che non siano trascorsi, nel bene e nel male, 30 anni e che le logiche economiche di un tempo, anche per le banche, non siano mutate». —
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