«Ci sentiamo presi in giro»: la protesta degli studenti per la Maturità parte da Udine

UDINE. Hanno rivoluzionato il loro modo consueto di fare lezione, si sono adattati a una didattica spesso non efficiente facendo i conti con informazioni nuove e diverse ogni giorno.
Ma questo è l’anno della loro Maturità e, davanti alle ultime novità sull’esame annunciate dalla ministra all’Istruzione, non tacciono: «Siamo davvero perplessi e ci sentiamo presi in giro da chi in realtà dovrebbe tutelarci».
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Così la classe quinta C dell’indirizzo Relazioni internazionali per il marketing dello Zanon ha lanciato una petizione: vuole modalità d’esame adatte all’emergenza.
Non solo: gli studenti promuovono uno sciopero generale dalle video lezioni il 13 maggio per protestare contro «la mancanza di una preparazione adeguata data la scarsa efficienza delle lezioni online, un’articolazione dell’esame confusa, il ritardo nella pubblicazione dell’ordinanza, il poco preavviso concesso per prepararsi».
L’idea sta girando sui social – è nata la pagina Instagram @ioscioperodacasa – e sta raggiungendo anche le altre scuole superiori udinesi.
Nella petizione – “Maturità 2020: stop al caos! Vogliamo delle modalità consone alla situazione” su change.org – i ragazzi si rivolgono alla ministra Lucia Azzolina. «Il tempo a nostra disposizione è davvero limitato per prepararci nel migliore dei modi e a oggi manca l’ufficialità sulle modalità di svolgimento dell’esame – scrivono –. Negli ultimi mesi il contenuto della prova è stato cambiato più volte, causando fraintendimenti e disagi».
Per quanto riguarda l’esame, dunque, «crediamo che sia troppo articolato e difficile da gestire, dato lo scarso preavviso».
Il riferimento specifico è all’elaborato sulle materie di indirizzo «che riceveremmo il 1° giugno e che dovremmo consegnare entro il 13 giugno – spiega Katia Picco, rappresentante della classe insieme a Massimo Toscano –. In quel periodo le lezioni non saranno terminate e l’assegnazione di un elaborato precluderebbe lo studio per superare verifiche e interrogazioni: non è giusto che solo ora si parli di un elaborato riguardante le materie di indirizzo, quando ci era stato detto che non avremmo svolto né la prova di italiano né la seconda prova».
Per gli studenti, poi, «è impossibile analizzare un testo, presentare l’alternanza scuola-lavoro, discutere di cittadinanza e Costituzione ed esporre un elaborato concernente le materie di indirizzo in un’ora: il risultato sarebbe una colloquio superficiale».
Lo studio attraverso la didattica a distanza è l’altro punto dolente. «Le difficoltà ci sono state per noi e per i professori. Molti hanno avuto problemi tecnici, con microfoni, internet e connessioni non funzionanti – aggiunge Katia –: il nostro impegno in questi mesi non può ridursi a un mero voto “in blu”, deve avere valore e conteggiato nella media».
Alle critiche seguono le proposte: i ragazzi chiedono di ripensare la struttura della prova orale «eliminando l’elaborato sulle materie di indirizzo e l’analisi del testo di italiano, puntando su un colloquio interdisciplinare che parta da un argomento a piacere, con cui si possa anche dimostrare quanto appreso durante l’anno, integrandolo con le nozioni assunte durante i progetti di cittadinanza e Costituzione e del percorso alternanza scuola lavoro».
Petizione a parte, ecco come partecipare allo sciopero sul web: «Bisognerà astenersi dalle lezioni online e condividere l’hashtag #ioscioperodacasa sui social, taggando il profilo dell’iniziativa, @ioscioperodacasa, della Ministra Azzolina, @luciaazzolina, e del Ministero, @misocialig, magari pubblicando un bel cartellone! Più siamo, più le probabilità di essere ascoltati aumentano». —
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