«Cinquantenni senza lavoro, è emergenza»

Pordenone, i dati dell’Ambito impongono un cambio di rotta. Pedrotti rivede le scelte annunciate

PORDENONE. C’è la disoccupazione giovanile, considerata un’emergenza per l’intero Paese, ma c’è una nuova emergenza che arriva dai dati della mobilità nei Comuni dell’Ambito urbano «dove emerge che la fascia dei cinquantenni senza lavoro è in costante aumento. Per cui dobbiamo ribaltare i programmi e partire da là».

Il sindaco Claudio Pedrotti al lavoro sul lavoro. Su una proposta «che necessariamente nascerà da una collaborazione con Regione e Provincia» per trovare una via di fuga alla mancanza di occupazione, malattia di nuova generazione per un territorio come Pordenone. Il lavoro era uno dei punti centrali delle linee programmatiche 2011-2016, ma a rileggere oggi quegli impegni i vede proprio il mondo è cambiato.

«Pordenone ha la necessità di inventare modelli per rendersi competitiva verso le altre realtà capace di attirare nuove imprese e risorse finanziarie» era il principio da cui partire cercando di coinvolgere «tutti le entità che ruotano attorno al tema del lavoro come la scuola, l’università, le associazioni di categoria, il mondo delle cooperative, la provincia, la regione, i sindacati, le banche».

Se il principio resta buono, le tre proposte cardine sono rimaste in stand-by. «La creazione di eccellenze nei segmenti dove sono più consolidate le competenze locali come, ad esempio, tutto ciò che si riferisce alla casa vista come sistema, dai mobili, agli elettrodomestici, al suo controllo intelligente. Questo avviene coinvolgendo il mondo industriale e l’università» recitano le linee votate dal consiglio comunale due anni fa.

Per l’imprenditoria giovanile: «Il microcredito o la creazione di una fondazione con le associazioni di categoria e le banche per gestire prestiti d’onore; la possibilità di usare strutture attrezzate a basso costo messe a disposizione dal comune, usando il modello detto di coworking già esistente; un supporto per l’avvio delle imprese stesse attraverso un tutor che aiuti a districarsi nella loro creazione e monitorizzi il buon utilizzo delle risorse nel tempo».

Niente di questo è stato avviato. Sono obiettivi ancora validi? «Sicuramente, ma non bastano perché se due anni fa la crisi era agli albori e l’occupazione tutto sommato teneva – analizza Pedrotti – oggi ci troviamo davanti alla necessità di ricreare 2-3 mila posti di lavoro a livello provinciale, ecco perché dobbiamo mettere insieme più forze possibili».

Rispetto a quel programma alcuni obiettivi sono stati realizzati «come il potenziamento dello sportello unico per le imprese – rimarca il sindaco – l’infrastrutturazione della rete informatica. Ora dobbiamo accelerare e lo faremo partendo dal consiglio comunale aperto». (m.mi.)

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