Cinque toghe d’oro e una di diamante

L’ordine degli avvocati premia Cudini, Massa, Omiccioli, Troisi e Pelizzo. Applausi per i 60 anni di Cirio
Di Margherita Terasso
Udine 21 maggio 2016 Consegna del riconoscimento Toga d'Oro. Nella foto la consegna del riconoscimento per i 60 anni di avvocatura. Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone
Udine 21 maggio 2016 Consegna del riconoscimento Toga d'Oro. Nella foto la consegna del riconoscimento per i 60 anni di avvocatura. Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone

Cinquant’anni di professione, udienze, arringhe, cause vinte e perse: una vita da “principi del foro”. Cinque le toghe d’oro friulane premiate ieri, con la sorpresa della gemma che ha brillato più di altre tra i maratoneti dell’attività forense: la toga di diamante, 60 di anni tra i codici.

Nel salone del Parlamento del Castello di Udine, sono stati premiati cinque avvocati friulani – Giuseppe Cudini (del 1934 di Pocenia), Giampaolo Massa (classe 1934), Paolo Omiccioli (classe 1938,), Mirco Troisi (nato nel 1934 a Udine) e Giovanni Pelizzo (nato nel 1935 e morto il 21 maggio di due anni fa, sono stati il figlio Guglielmo e la moglie Franca a ritirare la targa, tra gli applausi) – con 50 anni di carriera forense alle spalle. Non si aspettava di ricevere un riconoscimento, invece, l’avvocato Giorgio Cirio, con dieci anni in più di attività. «È stata una bella sorpresa – commenta – in realtà poi sono 62 gli anni di attività. Ormai voglio arrivare al prossimo premio!».

La cerimonia si è aperta con il benvenuto del presidente dell’ordine degli avvocati di Udine, Maurizio Conti: «Questa è la festa dell’avvocatura friulana. La toga d’oro ha valore morale: bisogna essere iscritti all’albo da 50 anni, ma soprattutto aver svolto la professione secondo le qualità della probità, dignità e decoro».

Ai saluti di Gianfranco Pellizzoni, presidente della prima sezione civile del Tribunale di Udine, sono seguiti quelli dell’assessore comunale Pierenrico Scalettaris, che ha tra l’altro ribadito l’impegno dell’amministrazione di portare avanti la cittadella della giustizia. «Mancano i finanziamenti per la ristrutturazione – ha detto –, ma vogliamo realizzare il progetto, magari con l’aiuto della Regione».

È intervenuto anche il presidente del Consiglio nazionale forense, Andrea Mascherin: «Sono secoli che l’avvocatura si passa il testimone dai nuovi professionisti a quelli più esperti – spiega – oggi tutto si ferma per assaporare i fotogrammi la vita di questi avvocati».

L’avvocato Giovanni Maria Cojutti ha dato il via alla premiazione. L’elenco degli incarichi ricoperti dai singoli avvocati è stato accompagnato dallo scorrere delle foto del passato e dagli aneddoti dei colleghi.

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