Cinto Caomaggiore in Fvg, ora si muove Serracchiani

SESTO AL REGHENA. La presidente della Regione, Debora Serracchiani, cercherà di sbloccare col governo l’infinita vicenda del passaggio di Cinto Caomaggiore al Fvg. Che entrerà nella provincia di Pordenone e, ancor più nello specifico, probabilmente nell’Uti Tagliamento.
La questione è stata discussa in consiglio regionale. Daniele Gerolin (Pd) è stato il primo firmatario di un ordine del giorno – sottoscritto anche da altri consiglieri, di maggioranza e opposizione – che impegna Serracchiani «ad assumere i passi necessari nei confronti di Parlamento e governo – si legge nell’atto – affinché si proceda all’approvazione della legge nelle forme previste dal secondo comma dell’articolo 132 della Costituzione, quale effetto del pronunciamento della popolazione di Cinto Caomaggiore, che in modo inequivocabile ha richiesto in termini plebiscitari il passaggio del Comune dalla Regione Veneto alla Regione autonoma Fvg».
Per Gerolin, il fatto che l’odg sia stato accolto dalla giunta significa che potrebbe essere la volta buona per il passaggio.
Serracchiani, d’altronde, è la numero due del maggior partito al governo, il Pd, pertanto ha tutto il peso per poter influire sull’accelerazione dell’iter. Pare però incredibile che, dopo quasi dieci anni, sia ancora tutto sulla carta. Il referendum per richiedere il cambio di regione si tenne a Cinto il 26 e il 27 marzo 2006.
Si registrò il 91% di voti favorevoli, corrispondenti al 59,79% degli iscritti alle liste elettorali. Un risultato che non lasciava spazio a interpretazioni. Eppure, ancora la volontà dei residenti nel piccolo paese del portogruarese (circa 3.300 abitanti) non è stata rispettata dal Parlamento.
L’articolo 132 della Costituzione prevede infatti che l’attuazione della volontà popolare sia concretizzata da una legge ordinaria. Che ancora non è stata emanata. Di più, nel frattempo anche il consiglio regionale del Veneto, il 28 giugno 2012, si è espresso favorevolmente per il distacco di Cinto. E il consiglio del Fvg, già nel 2006, aveva approvato una mozione in tal senso.
Serracchiani è dunque chiamata a sollecitare l’iter legislativo. Gerolin, nell’ordine del giorno condiviso con i consiglieri di altri colori politici, ha evidenziato le «motivazioni di carattere geografico, storico, culturale, economico, religioso e linguistico sostenute dai promotori del referendum a favore del passaggio al Fvg, che sottolineano le affinità con questa regione rispetto al Veneto, messe in risalto anche dall’appartenenza di Cinto, mai venuta meno, alla diocesi di Concordia-Pordenone».
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