Ciriani restituisce i rimborsi ricevuti
UDINE. Luca Ciriani gioca d’anticipo. Così d’anticipo che si è trovato a restituire due volte le somme “dubbie” percepite come rimborso delle sue spese di rappresentanza. «L’ho fatto non per uscire sui giornali, ma come iniziativa personale e nel rispetto del lavoro dei magistrati». Il totale? Ottomila euro. Non per treni di pneumatici, vacanze, ingressi al museo, ma «solo per pranzi, cene e qualche pernottamento», precisa. L’ex vicepresidente della Regione ha pure scritto alla Procura della Repubblica le tappe del suo rientro nella regolarità. Per evitare sospetti ed eventuali guai.
«Ad aprile – ricostruisce Ciriani –, finita la campagna elettorale, ho chiesto di verificare, scontrino per scontrino, i rimborsi che mi riguardavano. Ne è emerso un conto di mille e 300 euro potenzialmente contestabili che ho restituito immediatamente al gruppo. Per stare larghi ho anzi girato un bonifico di 5 mila euro».
Spese “leggere”? «Certamente no – assicura il consigliere del Pdl –, ma tra le voci sono spuntati pure scontrini che mi erano stati rimborsati ma non erano miei, altri che avevo indicato di voler pagare di tasca mia e perfino una fattura che mi era stata riconosciuta due volte. Per tagliare la testa al toro, nonostante si trattasse in larga parte di spese corrette, ho scritto una lettera al gruppo comunicando che, tra il 2009 e il 2012, risultavano alcune incongruenze e imprecisioni. Di qui la mia decisione di versare al partito l’intera somma».
Ciriani non si è fermato qui. «Dopo le elezioni avevo più tempo a disposizione – scherza a proposta della sconfitta del centrodestra – e ho proseguito nei controlli. Tanto più quando la Corte dei conti ha chiesto la specifica di ogni voce. Nulla che potessi ovviamente ricordare con assoluta precisione visti i carichi di lavoro di una legislatura che mi ha visto vicepresidente, assessore con tre deleghe differenti, tre volte commissario di governo per altrettante emergenze e più volte a Roma. Con maggiore calma, assieme alla mia segretaria, ho rifatto i conti, ho visto che c’erano altri mille e 400 euro di rimborsi che avrebbero potuto essere in discussione e ho provveduto pure a quelli».
L’ultimo capitolo è il cambio di destinatario. Perché Ciriani si è accorto che i soldi andavano restituiti, più che al Pdl, alla tesoreria della Regione. E, alla Regione, ha versato altri 3 mila euro. Il consigliere pidiellino, che sin qui non è stato chiamato in causa dalla Procura ma solo dalla Corte dei conti che gli contesta spese per circa 6 mila euro, ha giocato d’anticipo pure sul fronte dell’informazione. «Ho scritto alla Procura di Trieste illustrando tutta la vicenda. E chiarendo che non ho pagato per un’assunzione di responsabilità, perché ritengo di avere agito correttamente. Ho pagato – conclude Ciriani – perché mi sono ritrovato davanti alcuni errori formali nelle operazioni di rimborso, oltre ad alcune fattispecie che, a leggere i giornali, sembravano essere considerate illegittime».
Marco Ballico
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