Civibank, finisce in tribunale l’azione contro gli ex vertici

UDINE. Le azioni di responsabilità contro gli ex amministratori della Banca di Cividale e dell’immobiliare Tabogan spa deliberate dall’assemblea lo scorso 30 aprile sono finite in tribunale a Trieste. Alla sezione specializzata in materia d’impresa dove ieri si è tenuta la seconda udienza.
A portarle davanti al giudice, richiedendo anzitutto la sospensione dei provvedimenti in via cautelare, è stato un gruppetto di soci che all’istituto di credito contesta il metodo di conteggio dei voti che ha decretato il via libera delle due azioni senza cosiderare astensioni e schede nulle. «A nostro giudizio – ha spiegato l’avvocato Maurizio Conti che difende il gruppo insieme al collega Giovanni Ortis – il metodo di conteggio seguito dalla banca è giuridicamente errato.
È infatti pacifico in dottrina e in giurisprudenza che nel quorum deliberativo rientrano anche gli astenuti. Basti pensare che la prima proposta di azione di responsabilità in Banca popolare di Vicenza è stata respinta proprio per effetto del calcolo delle astensioni».
Oggetto dell’impugnazione sono due distinte delibere. Una relativa all’azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori della banca.
L’altra degli vertici di Tabogan spa, l’immobiliare che per conto della Popolare di Cividale ha materialmente eseguito i lavori di realizzazione della nuova mega sede dell’istituto, costata 64 milioni di euro.
Tredici persone in tutto che non avrebbero vigilato a dovere – questa “l’accusa” – sulla costruzione del futuristico palazzo sede dell’istituto. Ad esprimersi sulle delibere proposte dal Cda è stata ad aprile l’assemblea dei soci. Questi i numeri risultati dal voto. Per l’azione contro gli ex amministratori di Tabogan: 965 voti a favore, 583 contrari, 392 astenuti più 94 schede bianche e 51 non consegnate.
Contro l’ex Cda della Banca: 848 favorevoli, 639 contrari, 419 astenuti più 128 schede bianche e 51 non consegnate. Gli attuali vertici della Cividale hanno considerato ai fini del risultato i soli voti favorevoli e contrari. Non gli astenuti, nonostante sulla scheda la possibilità fosse addirittura prevista.
I ricorrenti rivendicano quindi la bontà dei voti di astensione ai fini del calcolo del quorum che di fatto ribalterebbe il risultato. L’azione di responsabilità contro gli ex amministratori di Tabogan sarebbe respinta con 1.120 voti non favorevoli contro 965 “sì” e quella nei confronti degli ex amministratori con 1.237 tra contrari e astenuti a fronte di 848 favorevoli. Le contestazioni mosse dal gruppo di soci riguardano anche i voti espressi da ex amministratori ed ex sindaci, che non sono stati presi in considerazione nel conteggio per conflitto d’interesse.
Questione di forma e sostanza. Il verbale non specifica i nominativi il cui voto è stato annullato e l’annullamento ha riguardato non solo i voti diretti ma anche quelli espressi dagli ex amministratori per delega su mandato di terze persone.
«La vertenza è ancora in fase iniziale e il giudice si è riservato sulla decisione della sospensione cautelare dell’efficacia della delibera» ha detto ieri l’avvocato Maurizio Quargnolo per conto della Banca, difesa dai legali Massimo Franzoni, Alfredo Antonini e Marco Parovan –. Ha inoltre fissato le udienze per discutere il merito nei primi mesi dell’anno prossimo».
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